Che sarebbe andata a finire così era chiaro a tutti. Ripeto, a tutti. Anche a quelli che hanno fatto finta di non vedere, di non sentire, di non sapere. Era chiaro da quel primo progetto presentato e a cui a luglio 2012 era seguito l’esposto alla procura della Repubblica presentato da Legambiente.
Legambiente aveva evidenziato, già nel 2012, come il progetto riguardante l’area dell’ex Villa Mon Repos in Via Pirandello, che prevedeva la realizzazione di un fabbricato residenziale composto da 14 abitazioni e la ristrutturazione della villa stessa, avesse le sembianze di una vera e propria speculazione edilizia.
“ La concessione rilasciata, affermavano gli attivisti di Legambiente nell’esposto, non risulta conforme alla normativa vigente.” Non un affermazione gettata così, giusto per dire, ma comprovata da fatti concreti.
Innanzitutto il fatto che villa Mon Repos risulta inserita nella zona B7 del PRG vigente, cioè zona “ad alto interesse ambientale”; che al fine di cautelare il grande interesse paesistico ambientale dell’area omogenea B7, l’Assessorato territorio ambiente con nota del 22/07/1997, ha apposto il vincolo cautelativo di inedificabilità assoluta che modifica il PRG vigente “nelle more dell’adozione del PRG”. Inoltre nella delibera del consiglio comunale n. 52 del 2003 recante in oggetto interpretazione autentica della deliberazione consiliare n. 78/94 – vincolo zona B7, il consiglio comunale si esprimeva deliberando che per le strutture alberghiere preesistenti resta valido l’art. 23 delle N.A. che prevede la possibilità di un aumento del 20% della volumetria esistente a condizione che la densità fondiaria non superi i 5mc/mq.
Sempre nel famoso esposto Legambiente asseriva che la ditta risultava aver ricevuto dal comune di Taormina:
a. concessione in sanatoria n. 284 del 2011 dove risulta agli atti un parere dell’asl che recita: “si fa rilevare che (alcuni volumi concessionati) non hanno caratteristiche di costruzione ma di vere e proprie baracche di cui uno in lamiera”.
b. concessione edilizia n. 11 del 22/06/2012 in oggetto recita: “realizzazione di fabbricato residenziale previo recupero volumetrico dei fabbricati esistenti e opere di ristrutturazione per un utilizzo commerciale a scopo ludico-turistico legato ad eventi.
Da qui le osservazioni di Legambiente:
1- il vincolo di inedificabilità assoluta della zona B7, e l’art. 20 della L.R. 71/78, nella zona del Comune di Taormina, in cui è ubicata la Villa Mon Repos risulta possibile effettuare unicamente interventi di ristrutturazione edilizia. Il progetto presentato contraddice in termini i criteri stabiliti per la “ristrutturazione edilizia”. Ristrutturare infatti non significa spostamenti e/o accorpamenti di cubature finalizzati alla realizzazione di edifici ex novo.
(Art. 20 L.R. 71/78 interventi di ristrutturazione edilizia: quelli rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possano portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, la eliminazione, la modifica o l’inserimento di nuovi elementi ed impianti.
A questo articolo potrebbe essere aggiunto ciò che risulta previsto nell’art. 1 del T.U. 380/2001: nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quello preesistente fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alle normative antisismiche. )
2- per la zona B7 l’art. 18 punto 9 delle N.A. al capoverso precedente l’inserimento del vincolo recita: “le aree verdi dotate di piante di alto fusto o di essenze particolarmente caratteristiche dovranno essere integralmente conservate e per questo motivo qualsiasi progetto edilizio da sottoporre alle competenti autorità per l’approvazione dovrà essere corredato da una precisa documentazione grafica e fotografica relativa allo stato di fatto floristico”.
A questo articolo va aggiunta la delibera consiliare n. 35 del 1996 che tutela gli alberi ad alto fusto su tutto il territorio comunale, oltre al rilascio delle dovuto autorizzazioni da parte del corpo forestale.
Legambiente alla luce di tutto ciò aveva chiesto che venissero interrotti i lavori in corso, revocata la concessione rilasciata prima di perdere per sempre, come nel caso della Pensione Minerva, parte del patrimonio storico/architettonico paesaggistico, e il rispetto per qualsiasi intervento posto in essere nella zona B7, delle leggi vigenti.
Questo accadeva a luglio 2012.
Ho intenzionalmente riportato per intero, o quasi, l’esposto presentato al tempo da Legambiente perché tutti lo hanno ignorato. Il risultato oggi è che la ditta R Group Resort Srl, con nota presentata al comune il 24/09/2014, ha formulato richiesta di concessione edilizia (permesso di costruire) per l’esecuzione di interventi edilizi riguardanti l’area e l’edificio denominato “Villa Mon Repos”, nei cui locali ha avuto sede la discoteca-ristorante “Tout Va”.
La storia si ripete dunque. L’amministrazione guidata da Giardina stavolta ha richiesto un parere legale all’avv. Gaetano Gallipo, poiché si legge nella determina sindacale, “ la richiesta di permesso di costruire di cui trattasi, in relazione alla tipologia di intervento ed alla natura urbanistica dell’area interessata, caratterizzata altresì, dalla presenza di vincoli edificatori, nonché avuto riguardo alle complesse vicende edilizie ed urbanistiche che hanno interessato l’edificio, comporta la necessità di approfondire e risolvere notevoli problematiche di natura legale, al fine di consentire in capo agli organi di direzione politica del Comune l’adeguato esercizio dei poteri di indirizzo e controllo nella delicata materia del corretto assetto urbanistico ed edilizio del territorio e della salvaguardia dei fondamentali interessi pubblici ad esso correlati.”
E secondo voi che cosa ha risposto l’avv. Gaetano Gallipo?
L’avv. Gallipo ha evidenziato la palese illegittimità della Concessione Edilizia in sanatoria n.284/11, con la quale sono state regolarizzate in violazione della legge sotto diversi profili, le opere abusive esistenti; la manifesta illegittimità della successiva Concessione Ediliza n.11 del 2012 con la quale è stato consentito “ che su area sottoposta a vincolo di in edificabilità” in quanto di grande interesse paesaggistico, morfologico e ambientale, venisse realizzato un immobile totalmente nuovo, che occupa una volumetria assolutamente esorbitante rispetto a quella degli indici di zona, ricavata dalla illegittima immissione nella zona vincolata di nuovi volumi edificatori derivanti dalla demolizione di immobili condonati in difformità di legge realizzati in altro sito.
Appare chiaro alla luce di quanto evidenziato dall’avv. Gallipo nel parere legale, che pertanto la variante in corso d’opera da ultimo proposta dalla Group Resort S.r.l, che intende eseguire “ per il cambio di destinazione d’uso del corpo B bar primo piano e del ristorante cucina piano terra” al fine di poter realizzare 7 nuove residenze di cui 4 di 85 mq e 3 di 50 mq, parrebbe non poter essere in alcun modo approvata e consentita perché, anche in questo caso, in aperta violazione del Piano Regolatore Generale e delle vigenti norme urbanistiche.
Sulla vicenda in queste ore si registra l’intervento dei consiglieri comunali del partito democratico Graziella Longo e Piero Benigni che hanno presentato un interrogazione urgente al primo cittadino chiedendo che l’argomento venga inserito all’ordine del giorno del consiglio comunale di stasera.
Al primo cittadino Eligio Giardina i consiglieri Longo e Benigni chiedono che vengano adottati con la massima urgenza tutti i provvedimenti amministrativi atti ad impedire quella che si configurerebbe come un’ennesima aggressione al territorio e che vengano forniti chiarimenti al consiglio comunale tutto da parte del responsabile dei competenti uffici comunali sull’iter della pratica edilizia in particolare della concessione edilizia auto assentita.
Oggi di cosa ci stupiamo? Cosa ci sorprende? La storia di Villa Mon Repos cosi come quella della Pensione Minerva, piuttosto che dell’Isola Bella, dell’Hotel Castellamare, della Domus San Pancrazio, è già scritta.
Il finale, tristissimo, sotto gli occhi di tutti. Taormina vittima del cemento, dell’ avidità, del silenzio assenso al quale abbiamo troppe volte assistito.
La città non si ribella, ma lo fa la terra… Taormina vede, temporale dopo temporale, colata di cemento dopo colata, mancarsi il terreno sotto i piedi.
Anche questa è una storia già scritta…