Che la tassa sui rifiuti sarebbe aumentata questo era chiaro. Lo era già quando nel corso della seduta del consiglio comunale del 16 settembre scorso l’aula ha proceduto ad approvare la delibera che ne determinava l’aumento. Era chiaro anche che l’aumento avrebbe pesato sul bilancio familiare dei taorminesi che proprio in questi giorni si stanno vedendo recapitare nella buca delle lettere l’ennesimo balzello da pagare con le conseguenti e immaginabili reazioni.
In queste ore sono diverse le telefonate di lamentele giunte ai competenti uffici comunali. La polemica corre per le vie della città e per le più moderne e veloci vie del web.
Sdegno e perplessità per il clamoroso e ingiustificato aumento lo esprime anche la professoressa Francesca Gullotta candidata a sindaco alle ultime elezioni amministrative per il gruppo “Taormina Bene Comune”.
Nella sua pagina facebook ufficiale “Un’altra Taormina con Francesca” scrive:
“ Leggo in una comunicazione del Comune appena arrivata, poichè il Consiglio Comunale di Taormina il 16/9/2015 ha deliberato le nuove tariffe sui rifiuti, lei dovrà pagare per l’anno 2015, euro 700.00, vale a dire 200 euro in più rispetto all’anno scorso… È GRAVISSIMO UN AUMENTO DI TALE ENTITÀ, se tengo poi conto del fatto che non vivo in un castello, che devo pure spazzare davanti la casa e che sembriamo nelle favelas per la sporcizia e il fetore che emanano i cassonetti, bisognerebbe FARE UNA RIVOLUZIONE…”
Ma non è la sola a denunciare l’aumento spropositato. Sono davvero tanti i cittadini che in queste ore stanno esprimendo il loro disappunto.Un disappunto che potrebbe tradursi in una class-action. Un azione collettiva volta a tutelare la cittadinanza.
Anche perché la possibilità di vincere il ricorso non è poi così aleatoria. Dubbi sulla legittimità della delibera portata in aula e approvata con soli 10 voti favorevoli erano già stati espressi proprio in sede di discussione dal consigliere Nunzio Corvaja.
“ C’è una discrasia, aveva spiegato Corvaja, tra il Piano finanziario proposto da MessinaAmbiente e il piano finanziario allegato alla delibera. L’allegato nella proposta di delibera mancava di un documento espressamente previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n.158 del 27/4/1999, manca cioè totalmente la relazione al piano finanziario che deve contenere obbligatoriamente i seguenti elementi:
a) il modello gestionale ed organizzativo;
b) i livelli di qualità del servizio ai quali deve essere commisurata la tariffa;
c) la ricognizione degli impianti esistenti;
d) con riferimento al piano dell’anno precedente, l’indicazione degli scostamenti che si siano eventualmente verificati e le relative motivazioni.
Tutto questo, aveva evidenziato Corvaja, è un obbligo di legge che deve essere riportato all’interno della delibera altrimenti la delibera è nulla. Inoltre la legge prescrive un piano di previsione dei costi delle entrate da parte di Messinaambiente. Nel piano Messinaambiente afferma che spenderà la stessa cifra spesa nell’anno precedente ma, aveva spiegato Corvaja, un piano finanziario deve contenere così come espresso dalla legge i seguenti elementi:
a) il programma degli interventi necessari;
b) il piano finanziario degli investimenti;
c) la specifica dei beni, delle strutture e dei servizi disponibili, nonché il ricorso eventuale all’utilizzo di beni e strutture di terzi, o all’affidamento di servizi a terzi;
d) le risorse finanziarie necessarie;
e) relativamente alla fase transitoria, il grado attuale di copertura dei costi afferenti alla tariffa rispetto alla preesistente tassa sui rifiuti.
Elementi che nella delibera approvata non c’erano. Già in quella sede dunque Corvaja aveva preventivato che una volta ricevuta la bolletta ogni singolo cittadino avrebbe potuto fare ricorso al Tar. Ennesimi contenziosi in vista per il comune di Taormina dunque… con buona pace degli avvocati di turno cui toccherà, ahi loro, l’ennesimo incarico legale.