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giovedì, Gennaio 23, 2025

Meo Fusciuni. Il viaggiatore-alchimista ci ha consegnato un nuovo dono: “Little song”

CulturaMeo Fusciuni. Il viaggiatore-alchimista ci ha consegnato un nuovo dono: “Little song”

In realtà, per me, il dono più grande è stato conoscere Meo Fusciuni. Sino al pomeriggio del 20 luglio – in cui, ospite di “Narcisse Erbe e Profumi”, la Profumeria Artistica di Taormina, in attività dal 1986, ha presentato il suo nuovo profumo Little song, che apre il “Ciclo della Metamorfosi” – Fusciuni era un’idea olfattiva. Ne avevo “sentito” parlare da Alessandra Caltabiano, proprietaria di “Narcisse” quando conobbi lui, tramite Ciavuru d’amuri. Sperimentare un profumo è totalizzante. Ne vieni coinvolto tout court.

In quell’occasione, che fu il primo incontro sensoriale con l’arte di Fusciuni, mi sentii confortevolmente a casa. Abbracciata da aromi che mi cullavano, narrandomi le storie di quando ero bambina; racconti trasmessi dai miei nonni, dalla mia famiglia. Sono tornata bambina, e mi sono rivista mentre correvo in campagna, avvolta dagli odori della Nepitella e del rosmarino selvatico, e la sera dopo cena a prendere il fresco, inebriata dal profumo del gelsomino.

Quindi aver incontrato Meo Fusciuni, è stato uno dei regali più belli ricevuti da Alessandra. Un volto, movimenti elfici, dolcezza e per l’ennesima volta, mi son ritrovata bambina. Vuoi per le distanze metriche che ci separano, tanto che qualcuno ci ha definiti “il gigante e la bambina” ma Meo è un gigante buono; dialogare con lui è stata un’esperienza illuminante. Mi sono sentita accolta in un abbraccio, che definirei “cosmico”.

Meo Fusciuni è siciliano di Mazara del Vallo. Trasferitosi al Nord insieme alla famiglia, è un emigrato e sin dalla giovane età ha la vocazione al viaggio. Il nome Meo Fusciuni – nome d’arte – è saldamente ancorato alle sue origini perché il suo nome all’anagrafe, è Giuseppe Imprezzabile. Meo è il diminutivo di suo padre “Bartolomeo” mentre “Fusciuni”, che in siciliano significa “scorrere”, era il soprannome che venne dato al nonno. Meo Fusciuni raccoglie le memorie, le tradizioni, l’essenza di un nucleo familiare, sigillando tutto in un nome che ne precisa anche il percorso umano ed artistico.

Meo Fusciuni, da ragazzo, avrebbe voluto fare il calciatore, invece è diventato chimico ed erborista, appassionato d’antropologia. Ha legato saldamente l’esperienza del viaggio e della conoscenza dell’altro per riunirli in armonie odorose, che definiscono il suo percorso di conoscenza del mondo, degli uomini e di ciò che tutto abbraccia e riunisce: la Natura. Fusciuni, come da sue stesse dichiarazioni, non ha fatto un vero percorso da “naso” ed è un autodidatta. Io aggiungo che ho incontrato non solo un Maestro del profumo, ma un poeta ed un cantore della Vita. Tiziano Terzani, in Un altro giro di giostra ha scritto: «Perché non esistono scorciatoie a nulla: non certo alla salute, non alla felicità o alla saggezza. Niente di tutto questo può essere istantaneo. Ognuno deve cercare a modo suo, ognuno deve fare il proprio cammino, perché uno stesso posto può significare cose diverse a seconda di chi lo visita». Fusciuni ha viaggiato molto, spingendosi sino in Oriente per trarre ispirazione e creare le sue essenze. Il pensiero alchemico trova gli accordi giusti da ciò che in apparenza sembra distante ed agli antipodi. I profumi hanno sempre avuto un valore sacro e rituale per l’uomo. Penso agli incensi bruciati nei templi oppure ai doni che i Magi portarono al piccolo Gesù: oro, incenso e mirra. Il profumo è unione di maschile e femminile di platonica memoria; è simbiosi tra uomo e Natura. È preghiera di gratitudine per essere al mondo. Alla fine della Decima elegia duinese, Rilke esprime una profonda verità: «E noi che pensiamo la felicità come un’ascesa, ne avremmo l’emozione quasi sconcertante di quanto cosa ch’è felice, cade». Secondo il pensiero alchemico, in ogni precipitazione è il principio della trasformazione. Se poi ci introduciamo nel mondo della mistica ebraica, allora le lettere hanno potenza creatrice. Chimica e poesia sono epifanie del medesimo progetto creativo.

Meo Fusciuni esplicita ancora meglio il proprio pensiero quando afferma: «Prima la piramide poetica, poi quella olfattiva, è questo il mio pensiero, l’odore prima del profumo, la poesia prima della molecola.  Per Me creare è un’arte, è un modo per riproporre emozioni e sensazioni vissute, in modo che non ne nascano solo dei profumi da indossare, ma siano un mezzo per identificare un’espressione artistica». Pensiero che ha riportato alla mia mente un altro testo, Il profumo di Süskind ed una considerazione, in esso contenuta: «Gli uomini possono chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non possono sottrarsi al profumo. Poiché il profumo è fratello del respiro».

Meo Fusciuni secondo una “visione alchemica”, che lambisce le terre dei poeti e misticamente ricerca la pietra filosofale, ha inaugurato il “Ciclo della Metamorfosi” con Little song:

«Chi siamo se non chi troviamo davanti al nostro cammino, al nostro viaggio; l’incontro è l’incanto, la luce che ogni nostro pensiero percorre per arrivare in un altro mondo, in un’altra visione. La ricerca è in un mondo indefinibile chiamato profumo. Un viaggio lungo una vita. E noi siamo una piccola canzone, lontani dal mio e dal tuo tempo».

A me, non resta altro da fare che ringraziare, di nuovo, Meo Fusciuni ed Alessandra Caltabiano per un incontro unico e speciale e lo faccio, trascrivendo ciò che ho vissuto quel pomeriggio:

«La Vita è Viaggio. Esperienza di volti, mani, piedi. Abbraccio di mondi. Sentimento danzante in odori; aromi. Sostanza di gusto. Arte: profumo che si fa nota e canta riti. Alchimia tra fare ed Essere. Gioco spensierato nello stare in terra. Poesia dell’umano che si specchia nel cosmo».

Lisa Bachis

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