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FOTO… GRAFIA. “CAMERE CON VISTA: LICCIARDELLO E FICHERA”

Senza categoriaFOTO… GRAFIA. “CAMERE CON VISTA: LICCIARDELLO E FICHERA”
Foto di Alessandro Licciardello

“CAMERE CON VISTA” ha dedicato i due appuntamenti settimanali di giovedì 14 maggio ad Alessandro Licciardello e di domenica 17 a Pippo Fichera. Ideato da Rocco Bertè con l’attivo sostegno dell’associazione “Taoclick”, a cura di Rogika che modera gli incontri con a Bertè, insieme al certosino lavoro di Alfio Barca e Augusto Filistad, il programma social continua nell’intento di dialogare sulla fotografia e su chi la pratica. Da finestre virtuali su camere reali, gli sguardi del pubblico, intervenuto alle dirette social, s’appuntano su immagini, percorsi e storie di vita. Il #contagiofotografico restituisce senso e motiva il #iorestoacasa nel tempo del Covid19. Seppur le maglie delle restrizioni sono state allentate, la fedeltà e il gradimento riconosciuti al format “CAMERE CON VISTA” rimangono inalterate e s’accrescono di nuove presenze, puntata dopo puntata. “JonicaReporter”, diretto da Valeria Brancato, c’è, in qualità di media partner.

Il filo comune, dei due incontri, è stato l’importanza di saper tessere relazioni virtuose che danno luogo a possibilità reali di confronto in un sincero spirito solidale e di amicizia; il tutto all’interno di un clima semplice e conviviale. L’universo della fotografia manifesta nuovi modi di intendere il linguaggio e l’approccio comunicativo, conducendo l’homo videns a soffermarsi maggiormente sui dettagli dell’esistere, per calarsi dentro il cuore di ciò che lo circonda, in una restituzione di significato in cui si può e si deve pensare a una nuova umanità.

Alessandro Licciardello, è un architetto che proviene da Aci S. Antonio, comune della Città Metropolitana di Catania, ma che per amore si è trasferito a Taormina. Il rapporto nato con “Taoclick”, dopo aver partecipato a vari incontri e aver iniziato a condividere la propria esperienza fotografica, lo ha spinto a tirar fuori dal suo archivio immagini da reportage. Licciardello ha riconosciuto il merito di “Taoclick” per l’impegno di promozione e diffusione della fotografia e li ha ringraziati per aver risvegliato in lui, un desidero sopito: tornare a fotografare. Interessante la visio mundi di quest’architetto. Sa unire un’accurata ricerca sui luoghi alla ricerca interiore da alchimista imperterrito che – come i grandi costruttori del passato, i quali tendevano un ponte verso il divino con la realizzazione delle grandi cattedrali – non fotografa solo per lo scatto, ma per avere sostanza da far progredire sino alla sostanza delle cose stesse. Oggi sta esplorando fotograficamente la Sicilia e porta con sé una buona valenza estetica insieme all’attenzione, per la composizione e le simmetrie, puntello per le sue immagini, che vanno lette usando un alfabeto mutuato dai mistici. Lettera, segno grafico, combinazione numerica, parola, combinazione visiva, costruzione dell’idea mediante l’immagine. Il colore non l’abbandona ed eccellenti sono i suoi scatti verso l’alto. Un occhio alla terra, una mano dentro le viscere, e un dito puntato verso il cielo. L’uomo ponte. L’architettura è sapienza antica, non sorprende dunque anche la scelta fatta di partecipare, nel 2005 in Iraq e nel 2006-2007 in Afghanistan, alle campagne di “Peacekeeping” per conto del nostro esercito, in veste di Capitano degli ingegneri, inviati per sostenere le popolazioni locali nell’opera di ricostruzione. Sembra una contraddizione in termini, fare “campagne di pace” in assetto mimetico e con strumentazioni atte alla difesa, là dove si prova a portare aiuto ma senza l’invadenza e la presunzione di dover occidentalizzare ad ogni costo, perché culture millenarie che sono la culla della civiltà umana, hanno bisogno di tornare ad esprimersi e a respirare secondo i ritmi dettati dai luoghi che li hanno forgiati, e che hanno dato anche noi, gente dell’Occidente in perenne stato di tramonto la possibilità di esistere.

Licciardello non ha avuto via semplice per fotografare. Era lì per studiare la situazione, programmare e pianificare insieme ai colleghi e alle maestranze locali gli interventi da fare. La macchina fotografica, era uno strumento che anzitutto gli serviva per raccogliere dati e documentare la realtà. Un oggetto da taschino, poco visibile, diventato essenziale per avvicinarsi e riportare indietro con sé esperienze umane. Il nostro Paese è sempre stato attento e sensibile alle condizioni delle popolazioni. Siamo stati un popolo dominato e un popolo che ha sempre dato il meglio di sé nelle ricostruire, ripartendo dalle macerie. Abbiamo in noi lo spirito della solidarietà e della cooperazione e i nostri volontari, insieme alle forze civili e militari sono motivo di cui andare orgogliosi. Gli Italiani, i nostri soldati, sono apprezzati. Il reportage su questi luoghi: Iraq e Afghanistan di Licciardello parte da un’esigenza intima e di ricerca personale ma assume una visione ampia che può essere condivisa da ciascuno per l’empatia e il senso di grande umanità che le sue immagini trasmettono. Allontanati i cliché dei soldati invasori, si vede la partecipazione piena e totale alla vita di questi luoghi, che dall’antica Mesopotamia, madre delle civiltà fluviali tra il Tigri e l’Eufrate, si sposta tra le montagne afghane in posti senza sbocchi sul mare. Le fotografie di Licciardello possono entrare a far parte di gallerie per il “National Geographic” per la bellezza che trasmettono. Non sono alterate ma tengono fede al rispetto per ciò che hanno visto gli occhi dell’architetto. Hanno il pregio del saper documentare situazioni non certo facili e idilliache con garbo delicatezza, esaltando visi, sorrisi, desiderio di farcela, bisogno di aiuto. Quest’esperienza – fatta di sfumature cangianti dall’alba al tramonto, con colori che sono unici di quei luoghi caldi ma anche freddi; tra antiche costruzioni e macerie attuali, tra mani che chiedono e mani che operose sanno fare – ha insegnato tanto a Licciardello e ai suoi colleghi, con un pezzo di cuore che rimbalza e prova nostalgia per le radici del mondo. In un momento come questo, dove c’è bisogno dell’esempio offerto da lui, dai suoi colleghi, e da questi popoli che hanno occhi, bocca, gambe come noi e possono allargare i nostri orizzonti, sarebbe di buon auspicio una mostra sui reportage di Licciardello. Potrebbe essere un’esposizione in coppia con la moglie, Antonella Gallodoro, ma di questo ci sarà modo di parlare più avanti.

Da Licciardello a Pippo Fichera, domenica 17 maggio, il percorso di “CAMERE CON VISTA” ha offerto nuovi spunti di visione e di riflessione. Pippo Fichera ha narrato in modo semplice e colloquiale la storia della nostra fotografia e della sua vita, in cui la fotografia è presenza costante, fatta di persone, amicizie, legami forti e tanta tanta passione. La prima fotografia che mostra è di lui da ragazzino; da lì prende il via la narrazione.

Nella corposa nota biografica, alcuni dei passaggi di quest’uomo, punto di riferimento in ambito nazionale e internazionale e che ha saputo riunire fotografi da tutto il mondo. Lo stesso Angelo Savoca e Rocco Bertè hanno sottolineato l’importanza e la grande amicizia che li lega a Fichera, il quale è

«nato ad Aci Catena (CT), dove vive e si avvicina alla fotografia nel 1975. Per i risultati ottenuti in concorsi e mostre, in Italia e all’estero, ha conseguito le maggiori cariche onorifiche di valenza internazionale, AFIAP nel 1991, EFIAP nel 1995, ESFIAP nel 2008 da parte della FIAP (Federazione Internazionale de l’Art Photographique). Nel 2007 la FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) gli ha conferito l’onorificenza di BFI (Benemerito della Fotografia Italiana). Dal 1988 ad oggi ha curato la parte tecnico-pratica di diversi corsi di fotografia. Sue immagini, oltre ad essere pubblicate sulle maggiori riviste di fotografia e non, ormai fanno parte di importanti Gallerie, Fondazioni, Musei, Collezioni italiane e straniere. Ha realizzato sei pubblicazioni dal titolo: “Antologia Fotografica”, “Etna – una natura indomita”, “I Murales di Aci Catena”, “L’arte antica nel creare carta”, “Via Candela e i suoi Murales”, “Quarant’anni di fotografia – Il Pretesto per… ricordare”. Nel 1995 insieme con altri amici ha fondato il Gruppo Fotografico “Le Gru” di Valverde (CT) assumendone la Presidenza dalla fondazione a Febbraio 2014. Dal 1985 ad oggi ha realizzato 73 mostre personali in Italia e all’estero. Negli anni è stato invitato come giurato in concorsi nazionali ed internazionali; inoltre, ha partecipato ad oltre 256 mostre collettive in Italia e all’estero.

Dal 1993 al 1999 – Delegato F.I.A.F. Regione Sicilia.

Dal 1996 al 1999 – Collaboratore del Dipartimento Manifestazioni FIAF.

Dal 1998 al 2001 – Delegato I.S.F. Regione Sicilia

Nel 1998 è stato insignito del “Premio Anassilaos” a Reggio Calabria.

Dal 1999 al 2005 – Direttore del Dipartimento Promozione e Sviluppo FIAF

Dal 2005 al 2008 – Direttore Dipartimento Associati – Promozione e Sviluppo FIAF

Dal 1999 al 2008 – Consigliere Nazionale FIAF

Dal 2008 al 2010 – Membro effettivo del Collegio dei Probiviri della FIAF

Dal 2010 al 2011 – Coordinatore Artistico Regionale per il Progetto “Passione Italia”

Dal 2011 al 2014 – Presidente del Collegio dei Probiviri della FIAF

Dal 2014 al 2017 – Membro effettivo del Collegio dei Probiviri della FIAF

Dal 2015 al 2016 – Coordinatore Artistico Regionale per il Progetto “Tanti per Tutti”.

Pippo Fichera, attraverso le sue diapositive a colori ha dapprima mostrato il lungo percorso di studio, confronto, umiltà, ascolto degli altri, che lo ha condotto sino ad oggi. Le sue fotografie sono frutto di lungo lavoro e lenta maturazione dove uno scatto è pensato, carezzato e curato come un bimbo che deve venire al mondo. Dagli anni del circolo “Galatea” al “Photo Club Naxos” e poi sempre motore inarrestabile ne “Le Gru” di Valverde, realtà importantissima per la fotografia, che opera con esposizioni, workshop, incontri per rendere vivo e pulsante il mondo della fotografia. Un ricordo indelebile rimangono gli scatti con Francesco Cito e Giuseppe Leone.

Ho ritrovato la lettera che Pippo Fichera scrisse quando lasciò la presidenza ad Alessio Drago nel 2014 e racchiude lo spirito con cui opera:

Cari Amici, con l’Assemblea dei Soci del 21 Febbraio u.s. si è conclusa, dopo diciannove anni, la mia esperienza di Presidente del Gruppo Fotografico Le Gru (dal 14 gennaio 1995, anno della fondazione, al 21 febbraio 2014). L’intenzione di lasciare la presidenza l’ho comunicata il 13 febbraio 2013 in occasione dell’Assemblea dei Soci. Il Gruppo è maturo, va bene e ci sono diversi soci più giovani che possono continuare il cammino fatto fino adesso e dare maggiore impulso all’attività. Questo non vuol dire che lascerò il Gruppo, anzi forse sarò più attivo a livello fotografico. Un doveroso ringraziamento lungo 19 anni… va ai soci Fondatori, ai vari Consigli di Presidenza per la fiducia accordatami e a tutti i Soci che a vario titolo hanno collaborato per svolgere l’intensa attività svolta a 360° a favore della fotografia e dei Soci. Sono stati 19 anni molto intensi, partecipati, belli, emozionanti e ricchi di grandi avvenimenti che ho condiviso con i 633 soci che sono passati dal Gruppo in questi anni. Auguro buon lavoro ad Alessio Drago, nuovo Presidente, e a tutto il Consiglio di Presidenza affinché Le Gru possano volare sempre più in alto! Un ulteriore ringraziamento desidero farlo agli organi d’informazione che in tutti questi anni hanno supportato il sottoscritto e l’attività del Gruppo. GRAZIE A TUTTI !!! Ciao Pippo Fichera.

Le diapositive di Ficheraoccupatosi di ogni genere fotografico, dal ritratto, alla “Street” ante litteram alle composizioni urbane, al reportage e fotografia documentaristica, al paesaggio e via discorrendo – ci raccontano i vari processi della fotografia per mostrarci che il talento da solo non basta. Ci vuole spirito di sacrificio, metodo e il saper apprendere dai propri errori; ma ciò e valevole per ogni opera dell’umano ingegno. Bisogna saper pazientare e non cedere d’impulso alla fretta dello scatto mitragliato a cui si va oggi incontro con il digitale. Le foto in sovrapproduzione, vanno poi selezionate, quando tale selezione andrebbe fatta in partenza dall’occhio del fotografo. Inoltre, è un imperativo categorico, procedere alla stampa delle immagini e in seconda battuta, procedere alla realizzazione di esposizioni e pubblicazioni che restino in veste di documenti ufficiali. La sua è stata una lezione di storia della fotografia che ci ha dato l’opportunità di ragionare insieme seppur a distanza e di partecipare a un momento di crescita per tutti.

«Ogni colore, ogni materia vecchia o nuova porta con sé in modo più o meno palese, l’eco della propria storia», questa citazione mutuata Ettore Sottsass, la si ritrova in una recensione a presentazione di una delle esposizioni di Pippo Fichera. In lui persiste la ricerca del dettaglio a partire dagli elementi inseriti nell’inquadratura: dalle linee ai colori. Ma la vena poetica di Pippo Fichera si ritrova tutta nella visione del paesaggio. L’Etna di fuoco, lava e nutrimento; i suoi colori d’autunno che parlano delle fasi della vita e della terra, sino ai campi di papaveri tra rosso e oro del grano.

Il paesaggio, per farci comprendere che siamo un tutto con esso e ne siamo responsabili così come siamo responsabili nel dare il giusto messaggio agli altri, sugli altri. La fotografia fornisce perciò un valido sostegno e di questo, ringraziamo una volta di più, Alessandro Licciardello e Pippo Fichera.

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