Conclusasi la 66ª edizione del “Taormina Film Fest”, domenica 19 luglio, oltre alla volontà del fare e nonostante le norme sanitarie da rispettare, ad emergere è stato il coraggio avuto dalla “Videobank S.p.A.” con Maria Guardia Pappalardo e Lino Chiechio che, insieme al direttore di produzione Marco Fallanca, hanno fatto una scommessa importante sul presente e soprattutto sul futuro della cinematografia.
A “MYmovies.it” è stata affidata la diffusione in streaming dei film in concorso. Gli eventi hanno ricevuto la concessione allo svolgimento da parte della Fondazione Taormina Arte Sicilia e sono stati patrocinati dall’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.
La sera precedente, sabato 18 luglio, il Teatro Antico di Taormina aveva riabbracciato la gente – seppur secondo protocollo, accogliendo un numero ridotto di persone – con la proiezione di Devotion, diretto dal Maestro Tornatore nell’incanto delle musiche di Ennio Morricone per narrare l’atto di devozione di Dolce & Gabbana verso la Sicilia e il loro lavoro.
Nel segno del cinema e in quello del teatro e dell’arte. La cerimonia di chiusura del Festival al Teatro Antico è stata presentata Leo Gullotta, direttore artistico di questa edizione che ha messo tutta la sua esperienza al servizio del Festival; lo stesso dicasi per il direttore della sezione film in concorso Francesco Calogero, grande nume del cinema, che ha curato passo dopo passo l’intero percorso.
L’Orchestra Sinfonica Siciliana, diretta per l’occasione dal Maestro Alvise Casellati, ha dato il battesimo ufficiale alla grande musica a al teatro. Ospite d’onore, presente e discreto nel ricordo commosso di tutti, il Maestro Ennio Morricone al quale sono stati tributati numerosi omaggi in una fusione di immagini e armonie. Lui legato in affetto profondo alla Sicilia e a Taormina, sarà sempre presente su quel palco e tra le antiche colonne.
Il Teatro Antico infatti è più di un monumento posto all’interno del circuito del Parco Archeologico Naxos Taormina, esso è viva memoria; è un Sacerdote che dona passato, presente e futuro. Nato dalla pietra, ha obbedito al rispetto di regole di greca matrice, ricombinate dai romani, ma quel cerchio virtuoso di sacri confini in cui è immerso, è intatto. L’unicità del luogo è da evocare in versi. Da qui, tutto si domina e da qui si prega, offrendo doni all’Etna e al mare, consapevoli dei limiti. Il Teatro Antico di Taormina è tornato a vivere nutrendosi di emozioni, di sogni e di speranze, in tempi che appaiono incerti ma che ci debbono far riflettere sul cambio di rotta da operare.
Questa edizione del “Film Fest” ha lanciato un messaggio chiaro: non arrendersi, imparare ad accettare il cambiamento con l’innata capacità dell’essere umano all’adattamento e senza tralasciare i pilastri su cui poggia il nostro ‘oggi’, quelli dati dalla tradizione, dalle esperienze avvicendatisi nel tempo dall’accoglienza e dal buon uso delle innovazioni tecnologiche. Bisogna rimettere al centro il nostro immenso patrimonio storico e di sapere in cui il Teatro, come luogo fisico e dell’anima, ha e deve essere parte rifondante con la sua funzione non solo di intrattenimento ma pedagogica. Stesso discorso per il Cinema in cui il nostro Paese ha dato e dà pregevoli contributi di scuola e professionalità.
Gli ospiti del Festival, ci sono stati a dispetto delle difficoltà e hanno ricevuto premi importanti per sottolineare i loro meriti. I premi alla carriera, in particolare, sono andati “a colui che scrive con la luce” il Maestro Vittorio Storaro, insignito del “Cariddi d’Oro” alla Carriera, il quale ha tenuto una vera lezione di cinematografia per ricordare la sua lunga ma ancora giovane carriera, e per dire che i film in quanto memoria e documento vanno salvati e protetti, in modo da lasciare ai giovani i frutti del passato. Frutti che lasciano semi bisognosi di buon terreno dove piantarli nell’oggi, per raccogliere nuovi frutti in futuro. Studio e passione, aprire i ragazzi alla cultura cinematografica. Sulla medesima lunghezza d’onda, Laura Delli Colli, giornalista di lungo corso, Presidente del SNGCI – Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani e dei Nastri d’Argento. Insignita del “Taormina Arte Award” ha fatto comprendere che il cinema con tutte le sue professionalità deve tornare a lavorare e ripartire; un enorme indotto gravita attorno a questo mondo e tantissime sono le persone che vanno tutelate e che a causa del lockdown sono rimaste senza lavoro. Perché è bene ricordarlo di nuovo così come più volte lo ha espresso, durante le interviste e dal palco del Teatro Antico, Leo Gullotta: teatro e cinema, in sintonia, devono tornare ad offrirsi agli spettatori in quel desiderio di umano contatto ben sintetizzato dal manifesto della Sessantaseiesima edizione con l’abbraccio tra la Cardinale e Delon, interpreti di Angelica e Tancredi ne Il Gattorpardo di Luchino Visconti. Il manifesto è stato realizzato da Ginevra Chiechio che, mescolando le immagini del colossal con il rosso della passione, ha voluto omaggiare il Cinema e l’amore per esso.
Là dove insistono difficoltà e periodi difficili il messaggio è: l’amore può tutto, l’amore apre le porte del possibile e dono luce e fiducia. L’amore è abbraccio, è contatto ed è umanità.
Altrettanto importante è stata la presenza dell’attore danese, stella de Il Trono di Spade, Nikolaj Coster-Waldau, il quale ha ricevuto il “Taormina Arte Award”, sfoggiando oltre a fascino e bellezza una grande profondità umana e di pensiero; e quella del carismatico Willem Dafoe, che ha tra gli ultimi ruoli interpretati ci ha regalato un memorabile ritratto di Vincent Van Gogh. Dafoe – che ama l’Italia e vi soggiorna spesso – è rimasto irretito dal fascino di Taormina tanto da voler festeggiare qui il suo 65° compleanno. Una figura di grande spessore per il cinema internazionale, che ha trasmesso interessanti spunti di riflessione.
Si sarebbe potuto fare di più? Si sarebbe potuto fare meglio? Una cosa è certa: l’emozione provata, durante lo scorrere delle immagini di Sordi e Fellini in un tributo per i Cento anni dalla loro nascita, era reale. Un sentimento di gratitudine e di condivisione della Bellezza che ha unito tutti i presenti.
Il Teatro “di pietra” si è vestito da gran sera, ammantato di luci che creavano pieghe ed è tornato alla sua vocazione: far recitare, cantare, ballare. La stagione estiva offerta dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, infatti proseguirà sino a Settembre inoltrato.
Un plauso in tal senso e un ringraziamento speciale meritano il personale di Taormina Arte e le sue maestranze. Loro hanno sentito il cuore battere forte dall’emozione per un miracolo che è tornato a rinnovarsi. Emozione viva e palpabile racchiusa nelle parole del direttore scenico degli allestimenti Francesca Cannavò, che in un post su “Facebook” ha scritto:
Emozione pura al Teatro… spartiti, cantinelle, microfoni, luci, multistrato, sedie, leggii, tessuti, gli attrezzi che accompagnano il nostro lavoro da sempre… per molti degli artisti e tecnici, compagni di lavoro di questi giorni, era il primo giorno di lavoro dopo 5 mesi… Viviamo il teatro!!!