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SECONDO APPUNTAMENTO DI “CAMERE CON VISTA”: ANDREA ZIZZO

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Foto di Andrea Zizzo

Il secondo appuntamento di “Camere con Vista”, andato in diretta social sulla pagina dell’associazione fotografica “Taoclick” venerdì 13 novembre, ha visto in qualità di ospite, Andrea Zizzo.

Il format, forte del successo della prima edizione, è ripartito alla grande in una veste rinnovata e accattivante. Inalterata la presenza dell’associazione fotografica “Taoclick”, di Rocco Bertè “Foto e Video”, di “Rogika’s Friends” e del media partner “JonicaReporter” diretto da Valeria Brancato. L’affiatata squadra è composta da: Alfio Barca, Rocco Bertè, Roberto Mendolia (Rogika) e Augusto Filistad.

In apertura, la parola è subito passata ad Alfio Barca con la rubrica in pillole, “Novità ed accadimenti dal mondo della fotografia”. Sotto i riflettori la fotografa Lisetta Carmi con l’esposizione “Voci allegre nel buio. Fotografie in Sardegna 1962-1976”. La mostra prevede l’inaugurazione il 4 dicembre 2020 e l’apertura sino al 7 marzo 2021 presso il MAN “Museo d’arte di Nuoro”.

In un articolo del 3 ottobre 2019, apparso sul sito di cultura “youmanist”, a firma di Manuel Santangelo, è riportato un bel focus su Lisetta Carmi da cui ho estrapolato questo passaggio davvero molto significativo:

«Una volta il maestro Babaji, mitico yogi entrato nella leggenda e che viene ritenuto immortale e si pensa sia in grado di assumere varie forme, disse a Lisetta Carmi che la sua esistenza sarebbe stata equamente divisa in cinque vite. Ora, forse proprio cinque sono troppe ma, nel percorso dell’artista genovese, si possono sicuramente rintracciare almeno tre versioni diverse della stessa Lisetta: è esistita infatti la Carmi musicista e la Carmi immersa nella propria rinascita spirituale, ma in mezzo è soprattutto esistita la Lisetta Carmi fotografa, una delle più grandi del Novecento. E a tenere insieme i pezzi di questo ritratto composito c’è sempre stata la fascinazione per gli ultimi, gli incompresi e i più deboli. Si considerava, infatti, con grande umiltà, più simile a un’antropologa che a un’artista: fotografava per documentare. Non chiedeva a nessuno di mettersi in posa perché voleva conservare la spontaneità e l’unicità di soggetti spesso e volentieri in difficoltà e ai margini. Venne paragonata a Henri Cartier Bresson, che si definiva il “fotografo arciere”, proprio perché come il fondatore dell’agenzia Magnum anche lei era fedele a una visione veloce ed era sempre alla ricerca dell’immagine “rubata”, unica e irripetibile».

Apprezzo molto le pillole che Alfio Barca – il super segretario di “Taoclick – ci propone. Offrono interessanti spunti di riflessione e fungono da naturale collegamento con le altre rubriche, a cura del fotografo Rocco Bertè.

In “Tao Didattica”, l’ospite d’onore della lezione di Bertè è stata la composizione della macchina fotografica. Una breve pagina di storia della fotografia e un inciso sul modo di osservare senza lasciarsi confondere da pulsanti od opzioni tecnologiche.

“Tao Immagine” invece prevede un contributo per i fotografi, i quali partecipano mettendo sul piatto una loro foto, e serve a dare buoni suggerimenti per migliorare una foto ed imparare sempre qualcosa in più. Dedicata ai foto amatori suscita anche l’interesse dei professionisti che chiedono di essere inseriti. Infatti basta postare una propria foto nel gruppo “Taormina… Click” con l’ashtag #taoimmagine per entrare nella possibile rosa dei selezionati. Durante la prima puntata, il Maestro Bertè ha posto sotto la lente d’ingrandimento una foto di Sandra Sánchez e una di Alessandro Licciardello. Nella seconda puntata, la scelta è ricaduta su Marah Filistad e due suoi scatti.

In chiusura come di consueto il quiz per saperne di più di fotografia, per giocare insieme registrandosi a “Kahoot.it”.

Su Andrea Zizzo, invece, anzitutto mi tocca dire che ha una voce così pacata e gentile che metterebbe a proprio agio persino uno affetto da nevrosi conclamata. Rogika lo ha introdotto ponendo l’accento sulla loro amicizia di anni e lasciando a lui il compito di narrarsi e narrare del suo viaggio fotografico.

Mostrandoci una cartella dopo l’altra, Zizzo ha detto di aver iniziato a fotografare nel 1999, specificando che la sua è una “fotografia dinamica”, slegata da un genere preciso e dalla scelta di un’impostazione cromatica definita. Fotografie a colori e in bianco e nero coesistono pacificamente.

Zizzo vive la fotografia come un respiro quotidiano. Ama documentare e la sua osservazione della realtà lo sospinge dal reportage sul costume, sulle usanze e sulle tradizioni alla fotografia del paesaggio, ponendo in essere il suo amore per Madre Natura in ogni sua espressione: dal mondo animale a quello vegetale. Lui stesso ha dichiarato che non ama post produrre per forzare la mano con l’artificio. Tutto sta nell’esperienza e nell’uso dell’occhio, dell’esposizione e del sentire quando è il momento dello scatto. Pazienza e amore, desiderio di omaggiare ciò che lo circonda.

Un eclettico, Zizzo, affamato di vita ed onnivoro fotograficamente. Fotografie di sport come il ciclismo o il motocross; foto di navi, velieri, elicotteri. Terra e mare, cielo e terra. Terra e natura. Natura e Uomo. Il suo fine è quello di riportare nell’immagine frammenti del Tutto e dell’Universo.

Lui è solo un fotoamatore? Lo è nel senso che ama profondamente la fotografia e lo è nel senso che per lavoro gestisce il B&B di famiglia e dunque si occupa di accoglienza ed ospitalità. Vive a Sant’Alessio Siculo ed è fortunato perché gode di una costante immersione nella natura e del contatto con il Tutto. Il soggetto fotografico a cui è attualmente più legato è l’arte. Non va mai a visitare un museo se non gli danno l’opportunità di poter fotografare. Sempre nel pieno rispetto delle regole ma lui deve fotografare. La fruizione dell’opera per Zizzo avviene per il tramite della macchina fotografica, che gli consente di leggere e riportare l’unicità dell’opera stessa. Una riproduzione che non viola l’opera ma la riattualizza rendendo possibile la condivisione con gli altri. Un uso estetico della fotografia che rinvia al pensiero di Zizzo: la fotografia è prima di tutto documento; è fonte storica che salva dalla dimenticanza e dalla distruzione, ed è libertà. Libertà di esprimersi senza assecondare mode o canoni stilistici per compiacere qualcuno. Libertà di essere se stessi e di sentire che il cuore si emoziona. Perché senza cuore non vi è emozione e senza emozione non vi è libertà. Zizzo vuole avere il sacrosanto diritto di essere libero di esprimersi, di fotografare fuori da certi schemi e di sentire l’unione con ciò che fotografa, entrando a far parte del Tutto.

Esercita quella libertà e quell’originalità che anche Lisetta Carmi, oggi ultranovantenne, ha esercitato. Lei che ha rinunciato a suonare il piano perché le sue mani dovevano essere utili agli altri e la fotografia le consentiva di documentare quello che faceva storcere il naso ai benpensanti, in un esercizio fotografico di amore universale. Lei che se ne fregava delle regole e che ha detto:

Ho sempre lavorato per capire. Delle fotografie non me n’è mai fregato niente.

Lisetta Carmi ha esercitato la propria libertà così come lo ha fatto il fotografo contadino Ulisse Bezzi –scomparso di recente – che amava i ritratti dei giovani e quelli dei vecchi, e amava la terra, quella che coltivava. Ulisse Bezzi ha fotografato sempre con luce d’ambiente e ci lavorava tanto sulle diapositive, prima di decidersi a stamparle Ha vissuto la fotografia come moto dell’animo per abbracciare gli altri ed ha sentito questo “istinto a fotografare” più prepotente di ogni altra forza. Il contadino definito “un fotografo naturale”, è divenuto un grande artista, perché qui siamo innanzi all’arte. Ulisse Bezzi ha dichiarato che la fotografia lo ha salvato, sostenuto e rincuorato nei momenti più dolorosi della sua esistenza. Ecco allora che si può comprendere lo spirito che pervade Andrea Zizzo.

Uno spirito colmo di Amore e Libertà.

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