Venerdì 29 gennaio, ha chiuso il mese di gennaio, l’appuntamento di «Camere con Vista» che ha visto in qualità di ospite il fotografo Filippo Barbaria. Il format è organizzato dall’associazione fotografica Taoclick, in collaborazione con Rocco Bertè Foto e Video, Rogika’s Friends e il media partner JonicaReporter, diretto da Valeria Brancato. In diretta: Rocco Bertè, Alfio Barca, Augusto Filistad e Roberto Mendolia (Rogika).
Novità ed accadimenti dal mondo della fotografia: Sony World Photography Awards – Stavolta è toccato a Rocco Bertè, fare da apripista alla diretta social, conducendoci all’interno di una mostra virtuale, nata dall’assegnazione di premi, all’interno di un contest internazionale, aperto a chi della fotografia ha fatto la propria passione principale: i «Sony World Photography Awards». Dal sito della «World Photography Organisation» da cui sono finanziati, riporto quanto esplicato in merito a questa notevole iniziativa:
«I Sony World Photography Awards comprendono quattro concorsi
Professional – Riconosce i migliori progetti fotografici
Open – Premia i migliori scatti singoli
National Awards – riconosce il talento fotografico di ogni paese
Youth – Premia i migliori scatti singoli di fotografi emergenti di età compresa tra 12 e 19 anni
Student – riservato agli studenti di fotografia di tutto il mondo
Finanziati dalla World Photography Organisation, i Sony World Photography Awards, acclamati a livello internazionale, costituiscono uno degli appuntamenti più importanti del calendario fotografico mondiale. Gli Awards sono riconosciuti a livello mondiale in ambito fotografico e forniscono una panoramica essenziale della fotografia contemporanea di oggi. Sia per artisti affermati che emergenti, gli Awards offrono l’opportunità di esporre i propri lavori a livello mondiale. […] L’iscrizione è sempre gratuita e ci sono concorsi e categorie adatti a tutti: Architettura, Documentaria, Paesaggistica, Ritratti, Sport, Street Photography, Fotografia Naturalistica, Viaggi, Cultura e molto altro ancora. Le nuove categorie per i premi del 2021 comprendono Oggetti e lifestyle nel concorso Open e Portfolio nel concorso Professional. La categoria Architettura nel concorso Professional è stata estesa ad Architettura e design. Tutti gli scatti vengono giudicati da esperti del settore provenienti da tutto il mondo che si riuniscono ogni anno a Londra per premiare lavori straordinari. Ai fotografi vincitori viene assegnato un premio totale da suddividere di 60,000$ (USD), oltre alle più innovative apparecchiature di imaging digitale Sony. Col potere di avviare e dare forma alle carriere, i premi offrono a chi lavora nell’ambito della fotografia un palcoscenico senza precedenti per esporre il proprio lavoro. I lavori dei precedenti fotografi vincitori e finalisti sono stati esposti da rinomate gallerie e istituzioni in tutto il mondo e il loro lavoro è apparso su importanti pubblicazioni internazionali. Inoltre, gli Awards offrono un riconoscimento agli artisti più influenti del mondo che lavorano nel settore attraverso il conferimento del premio Outstanding Contribution to Photography; i vincitori delle passate edizioni includono Mary Ellen Mark, Elliott Erwitt, Martin Parr, William Eggleston, Candida Höfer e, più recentemente, Nadav Kander».
Una nota particolare merita il premio assegnato a Rosaria Sabrina Pantano per l’Open Competition architettura, con uno scatto in Bianco e Nero. Il soggetto è la Piramide 38° Parallelo di Mauro Staccioli, opera inaugurata nel 2010, in uno dei posti più visitati della Fiumara d’Arte a Castel di Tusa, nel vasto territorio della città metropolitana di Messina. Il luogo dove sorge il monolite è in località Motta d’Affermo. Un imponente gigante che osserva e custodisce terra e mare. Ogni anno, il 21 giugno per il Solstizio d’Estate, su input del mecenate e presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, Antonio Presti, si celebra il Rito della Luce, favorendo il passaggio dal buio alla luce. Un rito apotropaico dove la Piramide somiglia all’occhio di un faro che si affaccia sul mare.
L’esposizione internazionale organizzata dalla World Photography Organisation, si sposta in tutto il mondo passando per l’Europa, l’Asia e le Americhe. Lo scorso 2020, per via della situazione pandemica ancora in atto, la mostra è stata allestita virtualmente. Quindi qualora foste interessati, andate sul sito www.worldphoto.org/it. Troverete informazioni, curiosità e modalità di partecipazione al concorso.
Filippo Barbaria: “orgoglio dianese” – Roberto Mendolia, in tandem con Rocco Bertè, ha introdotto e dialogato con il giovane fotografo Filippo Barbaria, proveniente dal grazioso borgo di Cefalà Diana, facente parte della città metropolitana di Palermo.
Cefalà Diana ha una storia stratificata che poggia le basi su epoche differenti e prima di avvicinarci al percorso fotografico di Barbaria, credo di farvi cosa gradita, riportando un estratto del testo di di Elisabeth Lesnes, tratto da Castelli medievali di Sicilia:
«Il Castello di Cefalà si erge su una rupe (657 metri s.l.m.) che domina la valle del corso iniziale del fiume Milicia. Il villaggio settecentesco di Cefalà Diana (dal nome dei fondatori) ha lasciato il castello fuori dal tessuto urbano per svilupparsi a sud-ovest della rupe, dove il terreno è meno ripido. Dalla sua posizione favorevole, il castello sorvegliava una porzione della magna via Panormi, che, transitando nella zona della Cefalà normanna (monte Chiarastella), viene ricordata nel 1121 come viam castelli cognomento Cephalas. Ben visibile dalla fotografia aerea, un’altra via secondaria scende in linea retta dal castello al celebre impianto termale conosciuto come bagni di Cefalà, cui, a partire almeno dal XIV secolo, era annesso un fondaco con la funzione di albergo rurale. Queste notissime terme (sottoposte nel 2000 a scavi archeologici con progetto di allestimento museale), il castello trecentesco (già oggetto di interventi di restauro) nonché il sito normanno di monte Chiarastella (ancora da scavare) danno al territorio dell’antica baronia di Cefalà un interesse eccezionale sotto il profilo storico, archeologico, monumentale e paesaggistico. Il castello, edificato direttamente sulla roccia, è costituito da una cinta interna che riproduce la configurazione del terreno, delimitando quindi un cortile di pianta triangolare. L’ingresso al castello avveniva originariamente attraverso una torre, situata a sud, con due vani porta, solo uno dei quali (chiuso da battenti di legno sprangabili mediante una sbarra che scorreva in apposito alloggiamento nello spessore del muro) è giunto fino a oggi. Nel punto più alto del sito sorge la torre mastra di pianta rettangolare (lughezza 12,60 metri, larghezza 8,40 metri ed altezza 20 metri), costruita da tre livelli con una terrazza coronata da merli ghibellini. Originariamente la porta d’ingresso alla torre si apriva nel muro nord del primo piano, a 5 metri di altezza. Vi si accedeva tramite una scala esterna in pietra, ancora in parte visibile. I due locali del pianoterra, in origine senza comunicazione diretta con l’esterno, sono coperti da volte a botte. Una cisterna oblunga, scavata nella roccia, occupa la metà ovest dell’ambiente nord del piano terreno ed era alimentata dall’acqua piovana che scendeva dalla terrazza attraverso un tubo in terracotta ancora visibile nell’angolo nord-ovest. La comunicazione tra questo pianoterra ed il primo piano avveniva attraverso la volta dell’ambiente nord, grazie ad una botola oggi murata».
Aggiungo inoltre, di seguito, talune indicazioni sui cosiddetti “Bagni di Cefalà Diana”, un complesso termale di fine architettura eseguita da maestranze arabe. Un monumento che testimonia l’abilità architettonica ed estetica commista alle precedenti architetture di epoca romana e rifondata dalla civiltà arabo-normanna di Sicilia. Si ha un complesso che per architettura e ingegneria può tranquillamente essere considerato un modello ancora attuale quando si parla di bioarchitettura da parte degli archistar. Si tratta di antiche terme, costruite per l’appunto dalle maestranze arabe, con buona probabilità sotto la dominazione normanna. Questi bagni erano alimentati da acque sulfuree a 38 gradi, considerate salubri per problemi articolari ed ossei nonché per malattie della pelle. L’impianto svetta in altezza, e le geometrie armoniche degli archi a sesto acuto fanno da reggimento alla volta a botte, la quale presenta trafori per areare i locali. Sono anche presenti varie nicchie usate possibilmente con funzione di guardaroba, per riporre gli indumenti e gli effetti personali, prima dell’immersione nelle vasche.
Il breve excursus fatto, è in verità un tassello da aggiungere, affinché si possa dovutamente procedere alla conoscenza di Filippo Barbaria, il quale è certo, pone al centro del suo obiettivo, l’amore e il rispetto verso i luoghi in cui è nato e vive con l’estremo desiderio di viaggiare per conoscere il più possibile del mondo.
Dalle PRIME IMMAGINI: Corso di fotografia; Concorsi; Competizioni; a PALERMO Photo Marathon, traversando le ISOLE CANARIE e la SCOZIA, sino alla realizzazione di mostre come IL GUARDIANO DEL SILENZIO, si torna a CEFALÀ DIANA: Il mio paese e si prosegue lungo LA SICILIA, sostando per riprender fiato in THE MISTIC SIMPHONY, cullati dal paesaggio e dal rapporto intimo con la Natura.
Operante dal 2014, essendo dotato di una Fuji bridge – anche detta superzoom e che costituisce una valida alternativa per chi vuole avvicinarsi al mondo della fotografia per la prima volta – sino alla più sofisticata Reflex per proseguire perfezionandosi, studiando, sperimentando, di Filippo Barbaria si potrebbe fare un’etichettatura? Paesaggista o Streepher? Propenso al reportage di viaggio o legato ad immagini più settoriali? Bianco e Nero o colore? Ciò che si evince dalla narrazione mediante “immagini e parole” di questo “orgoglio dianese” – tale è stato definito da alcuni commentatori durante la diretta social dello scorso venerdì – è anzitutto il desiderio di scoprire e meravigliarsi, di mettersi alla prova e migliorarsi. Il desiderio di viaggiare fuori, mantenendo salda l’intenzione del rientro entro i confini della sua terra che le restrizioni pandemiche hanno in certo qual modo sostenuto per via del «turismo di prossimità». Via via che la maturità umana e intellettuale cresce e si fortifica, ciò che lo smuove, è la ricerca del «genius loci» e dell’ «anima mundi»: presenti nelle cose minime del quotidiano. Un atavico attaccamento al senso profondo della Terra: madre di vita e fattrice generosa di opportunità legate alla bellezza. Da qui, l’impegno attraverso il sostegno offerto dalla fotografia: medium per l’attraversamento di nuovi canali di interpretazione e ponte, per accrescere e favorire la conoscenza dei luoghi e delle persone, dal sociale allo storico all’architettonico. Seguendo il fine di preservare il proprio patrimonio cittadino; affinché possa fungere da buon esempio per la conservazione, la tutela, la valorizzazione e la promozione di ogni magnifico angolo della Sicilia: isola di isole, di bufaliniana ispirazione.
Ciò che è evidente, in aggiunta alla freschezza e alla bella faccia pulita di questo ragazzo, che si sta facendo giorno dopo giorno, Uomo, è la consapevolezza di sapere che fatica e sacrificio non sono tempo perso. Fotografo Freelance, collabora con FotoEventi Group; ricopre la carica di Vice presidente presso l’associazione Sicilia Antica nella sede di Cefalà Diana, ed ha il ruolo istituzionale di consigliere nello stesso Comune. Diventa di pungente necessità, possedere una visione allargata, dal micro al macro, la quale conduca a un’espansione di campo. L’impegno costante per il suo paese, piccolo ma prezioso, registra un segnale di speranza per i più grandi ma soprattutto per tutti quei giovani che hanno la voglia di investire nella loro terra, dopo aver acquisito le giuste competenze ed essersi fatti le ossa in giro, per una maggiore crescita personale che però li riporta a casa. Lo abbiamo già visto con Andrea Strazzeri, Giulio Greco, Andrea Peri ma anche con Ornella Mazzola, Peppe Gambino, Francesco Faraci, Giacoma Chiella, Sam Formichetti. Avere in testa idee: mattoni per edificare un nuovo senso etico del vivere, servendosi della fotografia. Essa non ristagna più, confinata tra gli addetti ai lavori con specifiche modalità, ma passeggia nel fiorito campo dell’arte per assurgere a Linguaggio.
Lingua ricca di idiomi, dialetti, coloriture ed inchiostri; propone un contributo di traduzione e di apertura verso un nuovo senso dell’esistenza dai chiari riferimenti morali: l’Uomo nella completezza di Essere Umano, intriso di Differenza; la Natura che accoglie e custodisce come Madre. Il Mondo quale unione di naturale e antropico: luogo fatto di luoghi in cui l’imperativo categorico è il recupero di un equilibrio alterato. Mondo fatto di confronti e di scontri dove ciascuno di noi è chiamato a un atto di responsabilità solidale.
Ecco, dunque che la fotografia diviene un’ecumene: qui sono accolte e custodite le varietà infinite dell’esperire umano all’interno di un percorso, mai a senso unico, fuori e dentro le immagini.