L’ argomento Taormina Arte continua ad animare il dibattito. Da quando, poche settimane fa, il Commissario della Provincia Regionale di Messina Filippo Romano ha firmato l’atto d’indirizzo finalizzato agli adempimenti relativi allo scioglimento del Comitato Taormina Arte, non si parla d’altro. L’argomento è ovviamente di grande interesse. Come più volte è stato evidenziato in ballo c’è non solo il futuro di Taormina Arte ma anche e soprattutto dei lavoratori del Comitato TaorminaArte. Tra note ufficiali, dichiarazioni, comunicati e commenti sui social il confronto ha assunto talvolta i toni accesi. A quanto pare anche troppo. Sotto accusa alcune dichiarazioni del consigliere comunale di Taormina Eugenio Raneri nei confronti del Commissario della Provincia di Messina Filippo Romano, giudicate dallo stesso commissario offensive. Romano ha infatti conferito incarico al legale di fiducia dell’ente l’avvocato Gaetano Callipo impegnando la somma di 2mila cinquecento euro per querelare Eugenio Raneri. Ad Eugenio Raneri il commissario Romano contesta alcune dichiarazioni pubblicate su un organo di stampa telematico in data 31 Marzo 2015. Raneri, si legge nella delibera di conferimento dell’incarico legale, ha definito il legittimo atto di indirizzo adottato dal Commissario Straordinario nell’ambito dei poteri derivatigli dalla sua funzione, come “killeraggio politico, dichiarando altresì, che la jihad che il Commissario “ipotizza di esercitare nei confronti della città di Taormina e della sua comunità, per quanto mi riguarda e mi compete, sarà rintuzzata con ogni mezzo legittimo e in ogni sede competente fino ad ottenere l’annullamento del suo mercenario integralismo”. Dichiarazioni che il Commissario Romano ha giudicato offensive. “Fermo restando l’inalienabilità dei diritto di critica, scrive Romano, il tenore complessivo di tali dichiarazioni, esulando dai limiti di una corretta dialettica politico-amministrativa, ha una valenza fortemente offensiva nei confronti della legittima attività dell’Ente e del suo legale rappresentate”. Da qui la scelta di “instaurare senza indugio idonea azione giudiziaria”, querelare Eugenio Raneri per ottenere il ristoro dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dall’Ente a causa delle sue dichiarazioni.