E’ stato presentato lunedì 6 luglio 2015 alle ore 12.44, via PEC, l’atto stragiudiziale con il quale l’associazione Penelope INVITA il Comune di Santa Teresa di Riva a predisporre tutti gli atti necessari alla stipula della convenzione per la gestione dell’Help Center di via Cristoforo Colombo n. 23 e lo DIFFIDA dal proseguire nella procedura già avviata con l’avviso esplorativo mirato a raccogliere eventuali manifestazione di interesse da parte di altri enti no profit operanti sul territorio, promuovendo di fatto l’iter per la messa a gara della stessa gestione lo AVVERTE che in caso di mancato rispetto degli accordi progettuali che individuano in maniera inequivocabile nell’associazione Penelope l’ente gestore della stessa struttura, avvierà tutte le azioni legali conseguenti mirate a tutelare i diritti legittimi della stessa. Com’è noto da alcune settimane sono stati completati i lavori che hanno portato alla ristrutturazione dell’ex Centro Il Picchio situato nei locali dell’ex ufficio di collocamento di via Cristoforo Colombo 23 a S. Teresa di Riva, in attuazione del progetto presentato dal Comune di Santa Teresa di Riva (Giunta Morabito) in partenariato e co-progettazione con l’associazione Penelope e finanziato dalla Regione Siciliana a valere sui fondi Pist. L’idea originale del progetto “Help Center” intendeva utilizzare i fondi messi a disposizione dalla Regione per potenziare gli interventi e i servizi già avviati dall’associazione presso il Centro Il Picchio (segretariato sociale e servizio sociale professionale; mediazione e integrazione socio-culturale di stranieri immigrati; attività di socializzazione e di presa in carico di minori e adulti diversamente abili; azioni di contrasto contro la violenza sulle donne…), ristrutturandone i locali e avviando un vero e proprio centro di servizi comprensoriale capace di affrontare in maniera trasversale problematiche differenti. L’avviso pubblico emanato dalla Regione si prestava particolarmente agli obiettivi individuati, in quanto garantiva la copertura dei costi di riqualificazione di immobili pubblici al fine di destinarli ad attività e servizi sociali, a carattere comprensoriale, gestiti attraverso una partnership locale capace di garantirne la gestione e la sostenibilità futura. La progettazione dell’intervento ha visto sempre, dalle fasi iniziali di predisposizione degli atti richiesti, fino alla fase di fine lavori e scelta e consegna delle attrezzature e degli arredi dell’Help Center, la partecipazione diretta del referente tecnico dell’associazione, dr.ssa Antonella Casablanca, che ha elaborato il piano di gestione della nascente struttura individuandone funzioni, uso degli spazi, attrezzature, servizi e personale. Tale partecipazione diretta trova riscontro formale nello stesso progetto presentato alla Regione in cui si legge, nero su bianco, che ente gestore della struttura è l’associazione Penelope, referente per la stessa associano la dr.ssa Casablanca e modalità per l’affidamento della gestione della struttura, quello diretto tramite stipula di convenzione ex art. 10 L. 266/91 (convenzioni con associazioni di volontariato).
“Il partenariato, spiega Giuseppe Bucalo, costituito dal Comune (quale ente proponente) e l’associazione Penelope (quale ente gestore) ha ottenuto da parte della Regione un punteggio alto collocandosi al 2° posto della graduatoria regionale. Doveva risultare pacifico che, come affermato dallo stesso Sindaco De Luca, non solo in campagna elettorale, ma anche nelle vesti ufficiali di primo cittadino, chela fine lavori coincidesse con l’affidamento della struttura all’associazione Penelope e l’avvio del progetto così come proposto e approvato dalla Regione. Invece,dopo una serie infinita di rimandi e dopo continue rassicurazioni circa il naturale rispetto degli accordi progettuali, l’associazione si è trovata messa di fronte ad un atto di indirizzo dell’amministrazione che richiede, alle organizzazioni no-profit del territorio, una manifestazione di interesse per la gestione del centro, al fine di valutare un eventuale gara per l’affidamento della stessa. Operazione illegittima sul piano formale, assurda su quello sostanziale che non trova alcuna spiegazione logica se non in un ripensamento, fra l’altro postumo, da parte dell’amministrazione comunale circa l’ “affidabilità” dell’associazione. L’atto stragiudiziale presentato, oltre che obbligato dalla situazione di mancato riscontro da parte dell’amministrazione delle richieste di incontro e chiarimento avanzate dall’associazione, redatto dall’avvocato Salvatore Giambò dello studio legale Tigano di Messina, definisce con chiarezza e attraverso il diritto consolidato che l’eventuale cambio della composizione del partenariato, oltre che illegittimo, rischia di far venire meno l’approvazione del progetto stesso con conseguente restituzione dell’oltre milione di euro già stanziato e investito nella realizzazione dell’opera. L’associazione a partire dalla presente azione giudiziale e fino a quando l’amministrazione non riterrà di dar seguito alle previsioni progettuali siglando lo schema di convenzione già inviato da mesi dall’associazione senza alcun riscontro, ha deciso una mobilitazione pubblica di informazione, denuncia e pressione,denominata “NO PASARAN !” per rivendicare l’autonomia dei servizi e delle politiche sociali dall’ingerenza degli interessi politici di parte. Invitiamo tutti i cittadini (e le organizzazioni sociali) liberi, conclude Giuseppe Bucalo, a sostenere e a partecipare alla campagna.”