Per chi inizia oggi a seguire giornalisticamente e non solo le dinamiche della politica taorminese tutto, ovviamente, può apparire nuovo. Ogni delibera un nuovo “caso” da seguire e approfondire ma in realtà non c’è nulla di nuovo ad iniziare dagli inquilini di Palazzo dei Giurati.
La storia è sempre la stessa, il copione non cambia mai, gli attori si alternano a volte li ritrovi nella parte di protagonisti altre volte sono solo comparse ma sono sempre loro, sempre gli stessi da oltre un decennio.
Ecco perché nulla cambia. Giorni fa mentro ero nella stanza del primo cittadino di Taormina Eligio Giardina convocata per una conferenza stampa della quale, devo confessare non ho capito il senso, mi sono guardata attorno ed è stato come avere un déjà-vu…l’ennesimo. Ecco Taormina è un déjà vu continuo. Come una scacchiera sulla quale pedoni e alfieri fanno sempre le stesse mosse solo che non vedremo mai qualcuno fare scacco matto al re! No, qui ciascuno difende la propria posizione e l’obiettivo è piuttosto fare scatto matto alla città.
Potrei pubblicare oggi articoli scritti sei anni fa e nessuno se ne accorgerebbe! Oggi a far discutere è la Domus San Pancrazio ma ieri era la Pensione Minerva; oggi è il progetto di una piattaforma galleggiante nella Baia dell’isola Bella ma ieri c’era il progetto di una piscina presentato dal famoso hotel sulla spiaggia dell’Isola Bella, in quella parte di spiaggia che è ancora e sempre parte della riserva naturale. Per non parlare delle questioni mai risolte perché nessuno politicamente si è mai voluto assumere la responsabilità di risolverle. Dall’agibilità del Palazzo dei Congressi, al progetto di destagionalizzazione, alla presenza dei venditori ambulanti. E a proposito di venditori ambulanti e siti archeologici ricordo ancora quando anni fa i venditori ambulanti nascondevano la merce da vendere proprio nel sottoscala che conduce alle Naumachie. E oggi si parla ancora della loro presenza a Taormina come fosse una novità… ci indigniamo tutti per il motivo sbagliato. Qui bisogna indignarsi perché il problema, che esiste da anni, non mai è stato risolto. Vogliamo parlare della regolamentazione dell’occupazione del suolo pubblico? È e rimarrà una di quelle questioni che nessuno affronterà mai davvero. Perché in maniera più o meno diretta a Taormina quasi tutti hanno un orto da coltivare e curare. Taormina è ormai sotto scacco. Ricordo le polemiche per la concessione dello slargo di Palazzo Ciampoli. L’ennesimo spazio rubato alla libera fruizione. Polemiche alimentate dal fatto che a chiedere ed ottenere l’autorizzazione in questione è stato un esponente politico, ieri componente della giunta Passalacqua oggi semplice consigliere con la passione evidentemente per il commercio! Non si discute la legittimità degli atti ma come sempre è soltanto una questione morale. Vicende vecchie che tornano a riproporsi prepotentemente paralizzando l’attività politica come ASM piuttosto che la viabilità e la tanto decantata ztl, o ancora la gestione del Teatro Greco e Taorminarte. Si sono spesi fiumi d’inchiostro in questi anni. E proprio mentre la politica era impegnata a discutere, a litigare, a spartirsi biglietti, poltrone e profumi Taormina ha continuato ad andare avanti da sola. La politica era ed è troppo impegnata per vedere lo scempio di via Salita Porta Pasquale. Colate di cemento spuntate in aree che secondo il piano regolatore generale dovrebbero essere destinate a servizi; edifici in teoria solo con uffici ma così non è. Sorgono nuovi resort tra il complice silenzio di chi preferisce fare finta di non vedere e non capire. Come l’operazione che ha riguardato Villa Mon Repos. Ricordo solo alcuni attivisti di Legambiente a manifestare contro quella che veniva considerata l’ennesima speculazione edilizia.
Oggi come dieci anni fa si parla ancora della necessità di potenziare il corpo della Polizia Municipale ma non ci sono i fondi… salvo poi trovare 10 mila euro da destinare ai “Garibaldini” di turno.
È un déjà-vu. È un continuo déjà-vu.
La mia è un’amara constatazione. Una riflessione senza pretese. Perché quando guardo Taormina vedo un posto incantevole. Lo stesso forse che portò grandi poeti e artisti ad innamorarsene.
Poi basta un attimo. Ed ecco che come un flashback vedo la pista di pattinaggio in Piazza IX Aprile, i pini morti dell’Isola Bella, le Naumachie usate come deposito merce contraffatta, il corso Umberto trasformato, le colate di cemento e il profitto messo davanti a tutto, il caos viabilità e le casacche rosse dei “garibaldini”.
E la responsabilità non è solo di chi amministra ma anche e soprattutto di chi ha legittimato con il proprio voto negli anni una classe politica inadeguata.
Taormina oggi è il risultato di scelte sbagliate. Ha sbagliato la città. Ha sbagliato la politica.
Ma non è troppo tardi. Non ancora. Non accontentatevi di false promesse. Non accontentatevi di una “casacca rossa”. Come cittadini abbiamo tutti il diritto di avere una possibilità di lavoro, di crescita, di occupazione. Ed è chi governa che ha il dovere di crearle ed offrirle queste possibilità in maniera disinteressata. Solo per il bene della città. Chissà…forse un giorno.