Al Comune di Alì Terme è stato consegnato in data 18/11/2013, a seguito di apposito decreto di destinazione prot. N. 28267 dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, un terreno adibito ad uliveto identificato nel N.C.T. al foglio di mappa 02, particella 210 (intestato a Rampulla Sebastiano, nato il 12/05/1946), con annesso fabbricato abusivo dell’estensione di circa mq. 187 (intestato a Lo Schiavo Giuseppe, 17/02/1936 e già deceduto). I beni sono stati formalmente consegnati al sindaco del comune termale dal Coadiutore dell’Agenzia Nazionale Dott. Francesco Caizzone per essere utilizzati per finalità istituzionali ed, in particolare, per adibirli a “sede ed uffici di coordinamento delle attività di tutela e salvaguardia ambientale dell’istituenda Area Marina Protetta, nonché per la realizzazione di attività di volontariato da svolgere in collaborazione con le Istituzioni Scolastiche e le Associazioni Onlus, al fine di promuovere la diffusione della cultura ecologica, attraverso il coinvolgimento dei volontari” (salvo eventuali modifiche circa gli utilizzi finali per i quali i beni sono stati assegnati ed in ordine alla gestione degli stessi, che se sopravvenute, vanno tempestivamente comunicate all’Agenzia Nazionale per i necessari aggiornamenti). E proprio sfruttando quest’ultima postilla circa la non tassatività della finalità di destinazione enunciata (purché rimanga sempre di natura istituzionale o sociale) del terreno e dell’immobile (primo piano con angolo bar, due sale ricevimento, cucina, WC ed altre due stanze di disimpegno e un piano seminterrato con altre due camere) che il primo cittadino aliese, vista l’emergenza incendi, specie nei mesi di luglio e agosto tutti gli anni sempre più drammatica, intende, sempre che il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ne dia il benestare e di conseguenza il resto della Giunta ne condivida l’obiettivo, apporre una variazione a quanto previsto dal Decreto di Attuazione, senza per questo sminuire la lodevole iniziativa che condurrebbe all’istituzione di un’Area Marina Protetta. In Sicilia, sostiene Marino, ogni anno vanno in fumo 6.000 ettari di bosco (la consistenza del patrimonio boschivo siciliano è di 250.000 ettari), mentre i terreni privati distrutti dal fuoco si stimano intorno a 15.000 ettari l’anno. Danni che nessuno mai pagherà. E’ vero, continua il sindaco, ognuno deve fare la sua parte: i proprietari dei boschi pubblici e privati realizzando interventi silvo-colturali appropriati quali sfollamenti, diradamenti ed utilizzazioni (taglio) a tempo debito, i proprietari dei fondi agricoli pulendo i fondi, soprattutto quelli abbandonati e gli Enti pubblici facendo altrettanto lungo le strade di loro pertinenza, almeno lungo quelle più “sensibili” ma il fenomeno incendi, legato anche alle sempre più elevate temperature è fra quelli che maggiormente meritano di essere in questo momento attenzionati e un presidio stabile nel nostro territorio dei V.V.F.F. potrebbe contribuire a scoraggiare intenti dolosi oltre che limitarne i danni sui terreni segnati dal fuoco grazie a un maggior tempestivo intervento sui luoghi interessati.