Lo spettacolo: date e struttura – Amore è stato inserito nel cartellone estivo degli eventi organizzati dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, che celebra quest’anno i 40 anni di attività.
Spiro Scimone, Francesco Sframeli e molti altri attori, che nel corso degli anni hanno regalato al pubblico teatro di qualità fatto di incessante ricerca, sono amici della nostra città e ieri sono stati accolti in spirito di amicizia dal pubblico presente, per assistere alla prima serata di Amore.
Non è infatti un caso che tra loro vi fosse anche l’attore Nino Frassica, legato alla tradizione del teatro prodotto dalla Città dello Stretto: un amico tra amici.
Amore è andato in scena il 25 agosto e in replica ieri sera 26 agosto, alle ore 21:00 al Palazzo dei Congressi di Taormina.
Amore è commedia o tragedia, o fusione di generi mescolati in una struttura sperimentale che usa le battute come fossero martelli penumatici, riecheggianti «il ricordati che devi morire». Il testo, bellissimo e inesorabile nel giungere fino in fondo al nocciolo della questione, è di Spiro Scimone, mentre la regia con le scene costruite secondo la formula del «in ricchezza e povertà» prediligono il legno e il cotone. Chissà perché ogni tanto, tra il carrello dei due pompieri, le tombe con i cassetti a scomparsa e le lucette a forma di croce stile lampada da notte, mi sembrava di essere in un reparto dell’Ikea – ed è anche questo il senso sotteso dell’amore ridotto a ritmi e regole che di fronte alla fine si frantumano, e resta solo l’Amore oltre il finché morte non ci separi.
La durata è di quasi un’ora, in un atto unico, suddiviso da giochi di luci accese e spente e da passaggi di consegna tra i protagonisti: Giulia Weber; Francesco Sframeli; Spiro Scimone; Gianluca Cesale.
Prodotto nel 2016, la compagnia ha girato l’Italia riscuotendo consensi e lo spettacolo si è aggiudicato il Premio Ubu in quello stesso anno come Miglior novità o progetto drammaturgico; Miglior allestimento scenico; Nomination Miglior spettacolo.
Ah, l’amore, l’amore! Ve lo ricordate voi l’amore quando eravate giovani? – Fuoco e fiamme, fulmini e saette. Magia, furore e passione. Incendio dei sensi e centrifugato della mente. L’amore è un sentimento complesso o è piuttosto un incomprensibile universo di senso? Chi ha l’opportunità di godere di questo esempio di teatro, fatto con criterio, sarà costretto suo malgrado a porsi questi e altri interrogativi, non banali ma essenziali. Perché è all’essenza dell’uomo/donna stessi che puntano autore, regista e attori.
Un cimitero, due tombe adiacenti. L’amarcord della vita tra rimembranze e amnesie. L’umanità varia che non azzera le differenze dei gusti quotidiani, né nasconde i problemi che ogni coppia etero e/o omo si trova ad affrontare. La vita che passa davanti al pubblico non è quella degli attori, ma la nostra. Tra battute, silenzi e riflessioni, una coppia di pompieri/amanti che ancora tentano di spegnere incendi e una coppia: marito e moglie/coppia di fatto – ciascuno ci ritrovi quello che più gli si confà e si ritrovi in ciò che fanno – sono in sosta per affrontare l’altro viaggio, quello di cui possono avere immaginazione, ma che non narreranno. Narrano invece del loro vissuto, per portarsi dentro alla tomba tutto ciò che li ha uniti e anche divisi, colmando o tentando di pervenire a una conclusione felice per riposare in pace sotto le lenzuola del tempo finito. Ma prima restano lì, a chiacchierare sulla tomba in un tempo che appare sospeso.
«Dai, amore, dammi un bacio sulle labbra! Dammi un bel bacio sulle labbra! Come da giovani, amore… Come quando eravamo giovani, amore!»
La battuta assilla, non lascia scampo, trova appagamento nei tentativi di esperienza dell’eros, sino a quando, secondo un ben preciso ritmo da copione, non arrivano i pompieri a spegnere l’incendio. Sino a che non sarà più necessario domare le fiamme. Sino a che di Amore resteranno il ricordo e la memoria: una tomba, una lapide… L’assurdo e l’apparente non senso. I vicchiareddi «ca cuntunu e si cuntunu». Potrebbero essere nella piazza di un paese o nella periferia di una grande città. Hanno visto i cambiamenti e nel «ricordi del quando eravamo giovani» si accingono a compiere il passo del non ritorno.
Amore è l’ottava commedia di Spiro Scimone; la quarta con la regia di Francesco Sframeli, dopo “La Busta”, “Pali” e “Giù”, messa in scena dalla compagnia Scimone-Sframeli.
Fuori scena, post spettacolo. Esterno notte – Di rientro a casa, con l’aria che sapeva di pioggia e di vento, mi son lasciata afferrare da un vago senso di nostalgia ed ho pensato all’Amore: quello di gioventù e quello del tempo attuale, forse più maturo, semmai mi ritrovassi a viverlo ancora.
Tornatemi in mente alcune scene dello spettacolo di Spiro Scimone e Francesco Sframeli, mi son ritrovata a canticchiare un testo di Vinicio Capossela «Che coss’è l’amor». Ci starebbe bene a chiusura di spettacolo:
Che cos’è l’amor
è un indirizzo sul comò
Di unposto d’oltremare
Che è lontano
Solo prima d’arrivare
Partita sei partita
E mi trovo ricacciato
Mio malgrado
Nel girone antico
Qui dannato
Tra gli inferi dei bar
Che cos’è l’amor
è quello che rimane
Da spartirsi e litigarsi nel setaccio
Della penultima ora…
Un’ultima nota: andateci a teatro che vi può fare solo bene, è la cura migliore per affrontare «il male di vivere» della società odierna.
Stasera, sabato 27 agosto alle 21:00, con “Anima mundi” torna in scena la compagnia Neon. Biglietti in vendita sul sito di Taormina Arte e sul circuito Box Office fino alle 17:00 e acquistabili a partire dalle 17:00 al botteghino del palazzo dei Congressi di Taormina.