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lunedì, Dicembre 30, 2024

FRIZZANTE INCONTRO CON CRISTINA LANARO A CAMERE CON VISTA

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Cristina Lanaro

Venerdì 19 febbraio, un altro imperdibile appuntamento di «Camere con Vista». Ospite la fotografa matrimonialista Cristina Lanaro.

Il format è organizzato dall’associazione fotografica «Taoclick», in collaborazione con Rocco Bertè Foto e Video, Rogika’s Friends. Media partner, il giornale online «JonicaReporter», diretto da Valeria Brancato. In diretta: Rocco Bertè, Alfio Barca, Augusto Filistad e Roberto Mendolia (Rogika).

 

Novità ed accadimenti dal mondo della fotografiaAlfio Barca, anche stavolta, non ha mancato di stupire gli aficionados con una nuova chicca sulla storia della fotografia al femminile. Un coinvolgente excursus su Marcella Pedone, prima fotografa freelance, che il 27 aprile di quest’anno compirà la bella età di 102 anni. La Pedone fu la prima a girare l’Italia in una roulotte per raccontare il Paese che cambiava nel secondo dopoguerra.

Ciò ci riporta a riflettere sul contributo, immenso, che le donne hanno dato in ogni campo; di certo non inferiore a quello degli uomini in un contesto patriarcale duro a morire; e di cui ancora nell’era attuale serpeggiano effetti nefasti.

Bellissimo il ritratto che ne ha fatto la giornalista Alessia Arcolaci in un articolo apparso il 15 maggio 2020 su www.vanityfair.it/:

«Ci voleva coraggio nell’immediato dopoguerra a salire su una roulotte e girare l’Italia da Nord a Sud. Marcella Pedone lo ha fatto da sola, con un unico grande obiettivo: ritrarre il suo Paese attraverso scatti meravigliosi che oggi raccontano la sua trasformazione da società agricola a realtà industriale. […] Nata a Roma da genitori toscani ma milanese d’adozione, Marcella Pedone ha trascorso oltre cinquant’anni della sua vita fotografando. E per prima ha sperimentato la discriminazione di genere all’interno di un settore che non lasciava spazio alle donne. Le case editrici appaltavano i lavori solo agli uomini, ha raccontato in un’intervista al “Corriere della Sera”: Le grandi aziende diffidavano di una donna che viaggiava senza un maschio vicino. Se eri femmina e spericolata come me le porte del fotogiornalismo si chiudevano. Poco consolava il fatto che tutti, a margine, mi dicessero: “Sappiamo che lei è brava, signorina».

La Pedone si è avventurata sulle montagne, ha vissuto tra pescatori e contadini, è andata giù nelle miniere; ha esplorato fabbriche e cantieri. Ricerca, documentazione, reportage fotografico e video per testimoniare un Paese in cambiamento dove la civiltà rurale lasciava spazio a quella industriale. Nel 2017 la fotografa ha scelto di donare, al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia «Leonardo Da Vinci» di Milano, la sua banca immagini comprensiva di 170 mila scatti, insieme alle macchine fotografiche Rolleiflex, Hasselblad, Mamya e Nikon utilizzate per produrla.

Lo stessa direzione del Museo milanese, nella presentazione di questo eccezionale lascito, ha tenuto a precisare che «con il suo prezioso lavoro, Marcella Pedone racconta innanzitutto un’Italia minore, ai cui riti collettivi riconosce un forte valore identitario: la sua descrizione delle manifestazioni legate alla cultura popolare, che osserva con attenzione etnografica, costituisce spesso l’ultima testimonianza di usanze ormai scomparse. E al centro non ha mai dimenticato di mettere le donne e il loro sudore: dalle contadine calabresi che tornavano a casa dalla giornata di lavoro sedute sul dorso di un asino con i bambini piccoli appollaiati dentro ceste di vimini, passando per le lavandaie di Pavia, le mondine, le cantanti ambulanti».

Andavo da sola anche in posti in cui, all’epoca, per una donna era proibitivo recarsi. Una volta in un paesino lucano le signore del luogo mi invitarono a confessarmi. Sbigottita chiesi perché e loro risposero: “Perché porti la macchina da sola”. Per loro era peccato – ha raccontato in più di un’intervista, la fotografa.

A dar maggior rilievo a questo gesto di donazione, il video L’Italia fragile di Marcella Pedone curato dal Museo della Scienza, e immesso in rete nel maggio 2020, per la rubrica #storieaportechiuse durante il lungo lockdown a causa della pandemia.

Marcella Pedone, è nata nel 1919, e partendo dal Nord Europa, dal dopoguerra, si è immersa per oltre cinquant’anni nel tessuto sfaccettato della società italiana. Magari, appena le norme anti contagio lo consentiranno, potrebbe essere una buona idea fare un weekend a Milano, per andare a trovare gli altri amici fotografi e visitare anche il tesoro di Marcella Pedone. Nell’attesa, ecco il link del video: https://www.youtube.com/watch?v=fqvla6ymO8c

 

Cristina Lanaro e la ferrea volontà di realizzare sogni d’amore – Da donna a donna, di donna in donna, l’aggancio in un piacevole salto generazionale durante l’appuntamento di «Camere con Vista», ci ha portato a conoscere Cristina Lanaro, fotografa matrimonialista che opera in quel di Verona, e nel territorio del fertile ed operoso Veneto.

Come di consueto per conoscere meglio i suoi progetti e il suo approccio fotografico consiglio di visitarne il sito https://cristinalanaro.eu/

Lo storytelling di presentazione vi colpirà per la delicatezza e l’immediato senso di calore che troverete.

«Attraverso i vostri sorrisi racconterò LA VOSTRA STORIA D’AMORE. Fotografa di matrimoni con base nel Nord-Italia specializzata nel catturare emozioni vere, sorrisi reali e abbracci discreti con un tocco etereo e sempre alla ricerca della perfezione. I vostri sorrisi saranno anche i miei. UN SORRISO CONQUISTERÀ IL MONDO».

Nella sua breve bio Cristina Lanaro ha scritto:

Vivo a colori, mi nutro di sorrisi e mangio troppi dolci. Mi chiamo Cristina e sono innamorata della vita e delle cose belle, inguaribile romantica sempre alla ricerca del bello in ogni cosa. Mi piacciono le storie vere, le persone reali e chi con un sorriso riesce a comunicare tutto quello che ha nella testa. Sarò felice di ascoltare e raccontare le vostra storia!

«Ciliegina sulla torta» un altro messaggio, che descrive il modo d’essere e di lavoro di questa effervescente donna fotografa: «DUE COSE CI SALVANO NELLA VITA: AMARE E RIDERE».

Foto dai colori pastello – acquarellati –, ordine compositivo e inquadrature degne di uno stuntman o meglio di una stuntwoman. Non le piacciono le pose mielose, preferisce «le cose un pochino diverse». I luoghi devono raccontare la storia d’amore delle coppie; chi sono cosa fanno nella vita. Gioca con la luce e le piacciono per questo le foto molto chiare. La sovraesposizione è voluta, ama «disegnare con la luce» e le sue inquadrature hanno cura e complessità architettonica con linee e punti di fuga. Tutto è organizzato con cura, sin nei minimi dettagli. La Lanaro entra in «rapporto empatico» con i soggetti: sia per i matrimoni sia per i ritratti di famiglia. Ama dare il meglio di sé e ama migliorarsi. Anche durante i viaggi, in vacanza, usa il medesimo approccio e se una situazione non la convince, non scatta. Adora la nostra Isola di Sicilia. Persino nelle foto di questi luoghi, i dettagli – non convenzionali o addirittura valutati come «elementi di disturbo» – risultano essenziali per direzionare lo sguardo dove è importante che vada a posarsi. Non sono foto turistiche ma «foto d’autore». Anche qui come per le foto fatte in India vi è il comune denominatore della scoperta e della passione per la fotografia; parte integrante del vissuto della Lanaro che si definisce «un artigiano che racconta la sua storia. Quindi posso essere brava quanto voglio ma se non riesco a trasmettere allora…».

Cristina Lanaro è giovane, fresca, brillante. Possiede una parlantina frizzante e adamantina. Dice chiaro e allegramente ciò che pensa di sé e della vita, assai convincente nell’esposizione del suo lavoro. Perché allora fare un reportage – realizzato lo scorso anno – sui pescatori di Pellestrina?

Perché semplicemente questo ulteriore progetto non si distacca dall’iter conoscitivo della fotografa ma ne aggiunge nuovi tasselli. Pellestrina è una sottile striscia di terra nella laguna veneta che viene separata da Chioggia dalle bocche di porto di Chioggia, e dal Lido di Venezia, dal bacino di porto di Malamocco. L’isola conta circa 5 mila abitanti ed è lunga da nord a sud 11 km mentre è larga da un minimo di 23 metri a un massimo di 1,2 km, divisa in tre borghi: Santa Maria del Mare; San Piero in Volta.

Pellestrina è lì dove è nata la madre della Lanaro, la quale è stata il contatto con il comandante del peschereccio che l’ha presa a bordo. «Il Balda», era compagno di scuola alle medie di sua mamma.

In questo reportage troviamo un misto – di colore e bianco e nero – che dice, narrando, di questa gente; la quale ha sentimenti in comune in varie parti del mondo. In fondo, a livello basilare caccia, pesca e agricoltura sono le basi fondanti di ogni civiltà e andare a vederne l’interno, è un modo di migliorare la conoscenza del nostro mondo. In più noi, che siamo isole in isole, fatte di mare di terra e di cielo, sappiamo quanto questi elementi siano imprescindibili per la nostra sopravvivenza. Senza, saremmo solo polvere del deserto.

Cristina Lanaro ha presentato in via ufficiale il progetto, in un post su Facebook del 2 dicembre 2020:

Quest’estate ho preso il coraggio a quattro mani e ho chiesto a questi ragazzotti se potevo salire in barca con loro e documentare il loro lavoro e non ne potevano essere più entusiasti, ora ogni volta che li incontro mi chiedono quando salirò di nuovo con loro. Questi signori sono dei pescatori, pescatori veri che da prima che sapessero tenere una sigaretta in bocca fanno questo mestiere fatto di pazienza, costanza, sacrificio ma soprattutto rispetto per il mare. Convivono con l’acqua da sempre, ce l’hanno nel sangue, la pelle è intrisa di salsedine, gli occhi sono pieni di azzurro, le mani sono callose e dure, il viso è solcato da rughe come fossero onde impetuose ma il loro spirito è libero, uno dei più liberi che abbia mai visto. Partono di notte e attraversano un mare nero, si fanno strada con i radar perché in mare non ci sono lampioni ma sono tra le persone più fortunate al mondo, sapete perché? Hanno la fortuna di veder sorgere il sole dall’acqua tutte le mattine e quando gli occhi ti si riempiono di uno spettacolo giornaliero la tua giornata non può essere che delle migliori. Cos’è la fatica di gettare le reti, patire freddo, umidità quando hai il nuovo sole negli occhi e dentro l’anima?  L’isola di Pellestrina e in particolare San Pietro in Volta è un luogo a cui sono molto legata in maniera quasi viscerale, è il mio posto nel cuore, il mio posto nel mondo, il mio luogo della sospensione, il posto dei ricordi, il posto in cui sto bene. Non c’è nulla. Solo mare e il vento. Nient’altro. Non non c’è il bar per la colazione golosa, c’è l’osteria, quella vera che sa di alcol e di vecchio. Non c’è il ristorante stellato, c’è IL ristorante dove il pesce è buono ed è servito su normali piatti di ceramica con il bordo blu. C’è solo il mare, l’acqua e il sale, la salsedine e poco altro.

Ciò che ha scritto in questa nota si accorda alla perfezione con quanto espresso dalla fotografa durante il pomeriggio di «Camere con Vista», e dirò che è stato bello e incredibilmente commovente il finale dell’incontro perché era come se fossimo innanzi a una chiacchierata davanti a un focolare dove Alfio Barca parlava della sua famiglia, condividendo i ricordi dei pescatori di Taormina, intrecciandoli a quelli di Cristina Lanaro, e Bertè, Mendolia e Filistad si muovevano tra l’ascolto e le relative impressioni ricevute.

Una bellissima condivisione di pesca e tradizioni in cui le immagini erano il medium di trasmissione e la fotografia, ancora una volta, una grande casa che accoglie e stringe in amicizia.

Lisa Bachis

 

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