Il sogno di un uomo ridicolo di Fedor Dostoevskij con Gabriele Lavia il 9 agosto al Teatro Antico per la programmazione estiva della “Fondazione Taormina Arte Sicilia”. Il mattatore torinese, che ha diretto la sezione teatro di Taormina Arte per dieci anni, torna lì dove ha scoperto la passione per la scena.
Doppio appuntamento per Lavia dopo il lungo lockdown per questa stagione di spettacoli al Teatro Antico organizzata dalla “Fondazione Taormina Arte Sicilia” come regista in una delle tragedie più conosciute di Euripide, Medea, in prima nazionale l’8 agosto e come unico interprete di Il sogno di un uomo ridicolo di Fedor Dostoevskij il 9 agosto.
La pièce teatrale offre una riflessione profonda e appassionata sulla condizione dell’essere umano. Il monologo rappresenta un mondo che si è condannato alla sofferenza, auto-recluso, serrato e costretto in una metaforica camicia di forza, condizione e impedimento di ogni buona azione. Dostoevskij concepisce Il sogno di un uomo ridicolo come un racconto fantastico, scritto intorno al 1876 e inizialmente inserito nel Diario di uno scrittore. Storia di un uomo che ripercorre la sua vita e le ragioni per cui si è sempre sentito estraneo alla società. Deciso ad uccidersi, invece si addormenta davanti alla pistola carica e inizia un sogno straordinario che lo porta alla scoperta della verità. Approda in un altro pianeta, dove gli abitanti sono puri ed innocenti, e in quella purezza lui per la prima volta non viene additato come ridicolo. Il suo arrivo però contamina tutta la popolazione che in poco tempo acquista tutti i difetti “umani”.
Il testo si rivolge, dietro la finzione letteraria, alla società intera e ne denuncia i vizi che la allontanano dalla felicità fondata semplicemente sull’amore e sulla solidarietà, al posto dell’avidità e dell’egoismo. Sulla condivisione incondizionata anziché sulla presunzione della scienza che solo teorizza le leggi della felicità. E questa idea di felicità ci riporta al messaggio evangelico – di puro amore -, di Cristo, al di là di ogni religione e prima di ogni potere.
Gabriele Lavia racconta che in più momenti della sua carriera si è trovato a confrontarsi con questo testo:
La prima volta lo lessi a degli amici a 18 anni e ancora non ero un attore. Il sogno di un uomo ridicolo è forse la più sconcertante opera di Dostoevskij”, – spiega ancora Lavia – “Narra la situazione paradossale di un uomo che, decidendo di suicidarsi, si addormenta davanti la rivoltella e sogna il suicidio e la vita dopo la morte.
“Testimonial” di Taormina Arte 2020, presente sul manifesto ufficiale della manifestazione, La Sacerdotessa di Iside, importante reperto archeologico ritrovato a Taormina e testimonianza raffinatissima e particolarmente rara del culto romano (di origine egiziana) di Iside e Giove Serapide in Sicilia e in particolare a Taormina, per una stagione culturale fortemente voluta, simbolo di rinascita, di desiderata armonia, simbolo di vita nova.
La programmazione 2020 al Teatro Antico è organizzata dalla “Fondazione Taormina Arte Sicilia”, con l’Assessorato Regionale Turismo, Sport e Spettacolo, l’Assessorato Regionale Beni Culturali e Identità Siciliana, il Comune di Taormina e il Parco Archeologico Naxos-Taormina.
Info:
tel. 391. 746. 2146
Biglietti in prevendita su https://www.boxol.it/it/event/il-sogno-di-un-uomo-ridicolo-teatro-antico-taormina/303726
Fonte:
Milena privitera
Ufficio stampa “Fondazione taormina Arte Sicilia”