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giovedì, Novembre 21, 2024

LAVORATORI STAGIONALI. NASPI, FISASCAT: “RENDERE STRUTTURALE L’INTERVENTO DI SOSTEGNO AL REDDITO PER I 300 MILA LAVORATORI STAGIONALI DEL COMPARTO TURISTICO E TERMALE”.

Economia e LavoroLAVORATORI STAGIONALI. NASPI, FISASCAT: “RENDERE STRUTTURALE L’INTERVENTO DI SOSTEGNO AL REDDITO PER I 300 MILA LAVORATORI STAGIONALI DEL COMPARTO TURISTICO E TERMALE”.

Nel giorno dell’entrata in vigore del Dlgs.148 riguardante le “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n° 183”, la Fisascat, la federazione del terziario, turismo e servizi della Cisl, rilancia sulla necessità di rendere strutturale l’intervento Naspi per i 300 mila lavoratori stagionali dei comparti produttivi e degli stabilimenti termali, così come indicato nel comma 4 dell’art. 43 della normativa che di fatto salvaguarda la durata ed il valore del trattamento di integrazione salariale limitatamente all’anno 2015.

La categoria del terziario turismo e servizi della Cisl aveva sollecitato a più riprese – anche in occasione dello sciopero a sostegno del completamento dei rinnovi contrattuali nel comparto turistico e della grande mobilitazione organizzata a Taormina il 15 aprile scorso – il correttivo della normativa sulla Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego in vigore dal 1° maggio 2015 e che nella versione originale presentata dal Governo, avrebbe penalizzato i lavoratori stagionali del comparto turistico e degli stabilimenti termali, dimezzando la durata ed il valore del sussidio.

“A giugno scorso abbiamo accolto positivamente la rivisitazione della normativa per l’anno in corso, il Governo ha preso coscienza di una contraddizione legislativa che avrebbe penalizzato i lavoratori stagionali di interi settori della nostra economia, primo fra tutti il turismo  – ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri – Ora però al Governo chiediamo di fare uno sforzo in più  per rendere strutturale l’intervento di sostegno al reddito anche per gli anni futuri”.  “Il lavoro stagionale nel turismo, comparto pilastro del nostro Pil – ha sottolineato Raineri –  è un fenomeno strutturale e pertanto necessita di una soluzione strutturale anche negli anni a venire, non solo per l’anno in corso”.

L’auspicio della Fisascat è dunque quello del superamento definitivo della riduzione del 50% della durata e del valore sussidio Naspi con l’effettiva corrispondenza, ai fini del calcolo della prestazione, delle settimane di lavoro prestato. La categoria cislina evidenzia infine anche le criticità previdenziali connesse all’applicazione della Naspi. “Proprio mentre è aperta la discussione sulla riforma previdenziale – ha suggerito Raineri – sarebbe utile che il Governo contempli nuove misure finalizzate a garantire la copertura pensionistica a quei lavoratori che, in mancanza di un intervento, verrebbero automaticamente esclusi dall’accesso al trattamento, pur contribuendo al sistema previdenziale nei periodi di lavoro”.  “Ed è per questo che la Fisascat chiede che ad ogni settimana di lavoro corrisponda il riconoscimento di una settimana di integrazione salariale e di contribuzione previdenziale  – ha concluso Raineri – altrimenti il rischio reale è che i lavoratori stagionali di un comparto strategico della nostra economia, non raggiungeranno mai i requisiti per l’accesso alla pensione”.

Pancrazio Di Leo, segretario regionale della Fisascat Cisl Sicilia  afferma: “Una boccata di ossigeno per tutti i lavoratori stagionali del settore del turismo in una battaglia partita da Messina e Taormina. Ma non basta, è necessaria una giusta rivisitazione normativa complessiva per gli addetti del settore coinvolti più volte richiesta dalla Fisascat e dalla Cisl a tutti i livelli. Questa – continua Pancrazio Di Leo – è solo una sospensione, abbiamo guadagnato un paio di mesi ma il problema permane per gli anni avvenire adesso il Governo dovrebbe intervenire nei confronti delle aziende alberghiere per proporre soluzioni e incentivi che possano allungare la stagionalità delle aperture e garantire maggiore lavoro per tutti. Come Fisascat siamo sempre convinti che una stagionalità lunga di almeno otto mesi sia possibile in alcuni territori. Agli imprenditori – afferma – chiediamo di avere coraggio nell’investire sulla stagionalità lunga. In mancanza di lavoro è giusto consentire ai lavoratori di percepire un indennità equa per poter sopravvivere con le proprie famiglie e avere almeno diritto ad un misero pasto giornaliero per non morire di fame nel periodo non lavorativo, e quindi opportuno, conclude,  ripristinare per gli anni avvenire l’indennità Naspi prevista dalla riforma Fornero se non si trovano altre soluzioni.”

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