La tutela delle donne costituisce un impegno quotidiano per i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina. In città ed in provincia, l’Arma opera unitamente ad un apposito pool di Magistrati della Procura della Repubblica di Messina, che ha coordinato una importante azione di sensibilizzazione di tutti gli attori, a vario titolo, impegnati nella rete “interistituzionale” di intervento e assistenza in favore delle vittime vulnerabili, ed in particolare, attraverso la capillare presenza sul territorio, dell’Arma dei Carabinieri del capoluogo peloritano, avviando numerose iniziative volte ad accrescere la fiducia delle donne vittime di violenza, affinché non abbiano più paura a denunciare.
Di seguito si riporta un prospetto riepilogativo con i dati essenziali, nell’intera provincia di Messina, dell’attività di contrasto ai reati relativi alla “violenza di genere”, negli anni 2016 e 2017 riferito ai casi in cui ha proceduto l’Arma:
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2016 |
Arresti flagranza |
Arresti su provv.to A.G. |
Denunce a p.l. |
Allontanamento casa familiare e divieto avvicinamento |
Capoluogo |
7 |
10 |
9 |
6 |
Fascia tirrenica |
7 |
19 |
10 |
6 |
Fascia ionica |
2 |
2 |
4 |
2 |
Tot: |
16 |
31 |
23 |
14 |
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2017 |
Arresti flagranza |
Arresti su provv.to A.G. |
Denunce a p.l. |
Allontanamento casa familiare e divieto avvicinamento |
Capoluogo |
6 |
19 |
32 |
6 |
Fascia tirrenica |
6 |
23 |
46 |
17 |
Fascia ionica |
5 |
15 |
28 |
10 |
Tot: |
17 |
57 |
106 |
33 |
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+ 6,25% |
+83.8 % |
+ 307% |
+ 135% |
Il principale dato che emerge dall’analisi dei casi di violenza di genere trattati, nell’ultimo biennio, dall’Arma dei Carabinieri della provincia di Messina è rappresentato dai tempi la risposta delle F.p. alle vittime, che è andata mutando gradualmente nel corso del tempo. Rispetto all’anno precedente (2016), sono nettamente aumentate le denunce a piede libero, si è registrato un ulteriore aumento di oltre il 80% delle persone tratte in arresto poiché colpiti da provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria ed un altrettanto significativo aumento dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o di divieto di avvicinamento alla vittima. Queste variazioni rappresentano il frutto di quella sopracitata costante azione di sensibilizzazione e formazione dei Carabinieri e dell’Autorità Giudiziaria con l’unico scopo di offrire, da un lato, maggiori tutele alle vittime di violenza di genere e, dall’altro, risposte sempre più rapide.
L’impegno dell’Arma a tutela delle donne passa attraverso una rete che, grazie alla capillare distribuzione sul territorio delle Stazioni Carabinieri, permette di essere pronti a recepire i segnali di disagio delle vittime.
In tale quadro, sono state promosse attività di formazione finalizzate ad sviluppare, nei Carabinieri che operano sul territorio, le capacità di identificazione della “violenza di genere” e di valutazione degli elementi di rischio e di pericolo nei singoli interventi per “lite domestica”. Non è inusuale che una donna si presenti in una Stazione dei Carabinieri apparentemente solo per sfogarsi e raccontare fatti che potrebbero essere inquadrati in un “normale conflitto di coppia”; nascondendo in realtà, una situazione ben più grave caratterizzata da umiliazioni, soprusi di ogni genere e violenze fisiche e psicologiche. Lo scopo della continua opera di formazione è proprio quello di addestrare i militari a riconoscere queste silenziose richieste d’aiuto anche grazie ad una attenta valutazione dei cosiddetti “reati sentinella”, in modo da poter applicare le giuste procedure nel minor tempo possibile a vantaggio della vittima, garantendole la massima tutela ed una risposta più immediata e risolutiva possibile.
La scelta di denunciare è un momento molto critico e doloroso, in particolare per quelle forme di violenza che avvengono all’interno delle mura domestiche, alla presenza dei figli, in un contesto che da ideale luogo di protezione diventa invece fonte di sofferenze indicibili. La capacità degli operatori di polizia di relazionarsi in maniera positiva con la vittima è fondamentale e per ciò a livello provinciale è istituita un’apposita task-force di carabinieri, con personale specializzato che svolge corsi di formazione in materia di “violenza di genere” in grado di condurre in maniera adeguata le necessarie indagini, anche attraverso l’adozione di iniziative organizzative tese a creare all’interno dei Comandi Arma sale per le “audizioni protette”, realizzate con arredamenti e dotazioni tecnologiche tali da renderle idonee a garantire una accoglienza adeguata in un momento cosi cruciale come quello della querela.
Infine è fondamentale diffondere il messaggio che la tutela delle vittime e dei loro bambini costituisce una priorità assoluta. Proprio in tale ambito è importante far sapere alle donne vittime di reati di genere che non saranno abbandonate mai neanche sotto il profilo economico potendo accedere alle risorse del fondo per le vittime della violenza di genere ed i loro familiari.