MILAZZO. GIORNATA STORICA: IN 10 MILA CONTRO L’INCENERITORE.

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Più di diecimila cittadini domenica hanno riempito le vie di Milazzo (ME) per manifestare contro il progetto del Gruppo A2A per la Centrale Termoelettrica di San Filippo del Mela. Assieme ai cittadini erano presenti vari sindaci, associazioni, delegazioni da altre parti d’Italia, nonché rappresentanze di vari partiti di ogni schieramento politico, tra cui anche i circoli PD di Milazzo e Barcellona P.G.

Già in passato il territorio ha espresso la propria avversione nei confronti di questo progetto, che consiste nella realizzazione di un impianto di incenerimento da 510 mila tonnellate di CSS in un’area dove sono già state denunciate preoccupanti criticità sanitarie di verosimile origine industriale.

L’impianto è stato oggetto anche di vari referendum consultivi indetti in vari comuni della zona, registrando la partecipazione della maggioranza dei residenti e la vittoria del NO con percentuali bulgare (in media il 98% dei voti).

La manifestazione, una delle più partecipate nella storia del comprensorio, ha posto l’attenzione sulla necessità di risanare l’area, dichiarata Sito d’Interesse Nazionale per le bonifiche dal 2006, e di ridurvi il carico industriale anzichè introdurre nuove sostanze inquinanti, previste nel progetto di A2A, come diossina, furani e PCB.

Tra le richieste vi è quella di uno sviluppo rispettoso delle vocazioni del territorio, considerato di elevato pregio paesaggistico, storico e naturale dal vigente Piano Paesaggistico, che infatti vieta la realizzazione di impianti di trattamento di rifiuti e di altri impianti industriali nell’area in questione. Per tale motivo il MiBACT ha espresso parere negativo al progetto di A2A, mentre la Commissione tecnica di Valutazione ambientale ha da poco espresso un parere positivo contestato dalle associazioni. Il progetto si trova adesso al vaglio del Consiglio dei Ministri.

 

Il CSS è un rifiuto speciale in atto assente in Sicilia, mentre nel progetto è prevista la produzione ogni anno di 150 mila tonnellate di ceneri da abbancare nelle già sature discariche siciliane. Così le associazioni paventano anche il rischio che l’impianto in questione, giudicato incompatibile persino con il vigente Piano dei rifiuti, possa peggiorare l’emergenza in cui versa la regione, anzichè risolverla.

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