E’ la Sicilia la regione con il maggior numero di famiglie povere. Sono circa 250 mila unità, corrispondenti a poco meno di 750 mila individui. Per numero di nuclei in condizione di criticità economica spiccano anche la regione Lombardia (216 mila pari a 650 mila individui circa) e la Campania (203 mila e 600 circa per poco meno di complessive 411 mila e 560 persone).
Sono i dati resi noti dal Presidente ANPAL Maurizio Del Conte nel corso dell’audizione sul decretone in commissione Lavoro del Senato.
I principali destinatari di interventi di politica attiva – si osservano in Sicilia (45,4%), Campania (44,8%), Sardegna (43,9%) e Calabria (43,5%) le percentuali più alte. Proprio in queste regioni, poco meno della metà degli individui in povertà assoluta potrebbe essere immediatamente coinvolto in azioni di inserimento occupazionale.
In Sicilia ad esempio su 749.416 mila individui in condizione di povertà assoluta sarebbero 340.216 i potenziali destinatari di politiche attive (disponibili a lavorare + inattivi riattivabili 15-64 anni). Ciò significa che appunto solo il 45,4 % potrebbe beneficiare delle misure previste dal decretone.
I dati sono stati elaborati dalla direzione SAS di Anpal Servizi su dati Istat – “Spese delle famiglie. Anno 2017”.
Maurizio Del Conte ha inoltre evidenziato un altro aspetto che rischia di creare disuguaglianze nell’accesso al reddito di cittadinanza, ovvero la dotazione tecnologica delle famiglie in povertà assoluta. “ Secondo quanto previsto il beneficiario del dispositivo è tenuto a registrarsi sull’apposita piattaforma digitale che sarà predisposta per la gestione del Reddito di Cittadinanza, e consultarla quotidianamente quale supporto nella ricerca del lavoro. Pertanto, evidenzia Del Conte, presupposto operativamente necessario alla partecipazione al programma di inserimento occupazionale, sarà l’essere in possesso di un qualsivoglia device mediante il quale interagire con l’operatore dei servizi per il lavoro ovvero con la nuova figura del “navigator”.
Essendo composta la platea eleggibile al godimento del sostegno da famiglie in condizione di deprivazione economica e materiale, chiedersi quale sia la dotazione tecnologica dei potenziali destinatari non sembra superfluo. Il ricorso a strumenti digitali, infatti, appare necessario non solo per gestire al meglio il programma del RdC, ma altresì per evitare il congestionamento delle strutture dei servizi per l’impiego, demandando, laddove possibile, il contatto con gli utenti al canale telematico… Considerando che meno della metà delle famiglie in povertà assoluta possiede un computer e/o un accesso alla rete internet, prosegue Del Conte, l’ampia diffusione di telefoni cellulari (non necessariamente smartphone) solo in parte potrebbe garantire un’efficacie e tempestiva raggiungibilità del beneficiario nonché un’assidua consultazione della piattaforma digitale così come previsto dal DL.”
Insomma il Reddito di Cittadinanza (RdC), ch nell’intenzioni del Governo nasce come strumento di lotta alla povertà rischia di lasciare fuori chi è più debole.