
Si è svolto sabato 28 novembre alle ore 17 presso l’aula consiliare del vecchio Palazzo Municipale l’incontro promosso dalla Fidapa S. Teresa-Valle D’Agrò sul tema “ Riconoscere la violenza”.
Un occasione di confronto su una tematica tanto delicata quanto attuale purtroppo.
Non un semplice convegno ma un dibattito, un momento di riflessione voluto dalla Presidente Angela Muscolino per celebrare la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita nel 1999 dall’assemblea generale delle nazioni unite.
All’incontro hanno preso parte, oltre alle socie Fidapa, numerosi rappresentati di associazioni che operano sul territorio.
Dall’associazione Penelope rappresentata dalla responsabile del centro Il Picchio Antonella Casablanca al Lions Club Letojanni rappresentato dalla Presidente Ketty Tamà al Lions Club di S. Teresa di Riva rappresentato dal Presidente Onofrio Chillemi e dal Past President l’avvocato Antonio Scarcella. Numerosi i cittadini e le cittadine di S. Teresa di Riva che hanno partecipato con molto interesse all’incontro. Presenti soprattutto molti giovani. Un segnale particolarmente importante questo dal momento che così com’è emerso nel corso del dibattito è proprio dai giovani che bisogna partire per avviare un percorso di sensibilizzazione.
Presente anche l’amministrazione comunale di S. Teresa di Riva con l’assessore Giovanni Bonfiglio che ha espresso parole di apprezzamento per l’iniziativa della Fidapa e che più volte tirato in ballo nel corso nel dibattito ha garantito un maggiore impegno e una maggiore attenzione dell’amministrazione comunale verso l’attuazione di politiche sociali rivolte alle donne vittime di violenza.
“ Abbiamo voluto questo incontro perché riteniamo, ha affermato nel suo intervento introduttivo la Presidente Fidapa Angela Muscolino, che oggi più che mai è importante parlare di questo tema in maniera concreta attraverso l’esperienza diretta di associazioni che si occupano di questa problematica sul nostro territorio. Perché la violenza sulle donne si consuma anche vicino a noi. Per questo è importante parlarne e rivolgerci soprattutto alle più giovani.”
Si sono poi susseguiti gli interventi di Concetta Restuccia, Presidente Associazione Evaluna Onlus che ha raccontato l’esperienza dell’associazione mettendo in luce le difficoltà che ogni giorno si trovano a dover fronteggiare insieme alle donne vittime di violenza.
“ Come centro antiviolenza, ha affermato Concetta Restuccia, possiamo registrare un importante risultato che è quello di una casa a rifugio segreto. In Sicilia ve ne sono solo due. Un esperienza particolarmente importante che consente alle donne che hanno denunciato i propri compagni, i propri aguzzini di poter trovare nel rifugio un luogo sicuro. Molte di queste donne, ha spiegato Restuccia, una volta denunciato il marito o il compagno, non hanno pù nulla. Mancano garanzie e servizi di supporto per le donne che vogliono sottrarsi alla violenza. È un fallimento del sistema quando una donna per salvare la propria vita deve essere allontanata dalla propria casa.”
“ La fase più difficile per una donna che denuncia la violenza subita, ha affermato invece nel proprio intervento la Presidente del centro antiviolenza “Al Tuo Fianco” Cettina La Torre, è proprio dopo la denuncia. Ogni 72 ore, ha dichiarato l’avvocato Cettina La Torre, una donna viene uccisa. Muoiono più donne vittime di femminicidio che per un incidente stradale o malattia. E’ necessario parlarne perché il silenzio uccide. Le donne, è stato l’appello lanciato da La Torre, non devono sottovalutare alcun segnale e devono trovare la forza di denunciare, di iniziare un percorso che per quanto complicato le possa portare a salvare la propria vita.”
Già perché la conclusione estrema di un rapporto fatto di violenza, soprusi e silenzio alla fine, come ci racconta la cronaca quotidianamente, è la morte.
Proprio com’è accaduto alla mediatrice culturale di Messina Omayma Benghaloum, una donna tunisina di 33 anni, uccisa dal marito a bastonate.
A raccontare la sua storia e come la stampa può, raccontando fatti di cronaca così efferati, lanciare forti messaggi è stata la giornalista Nadia Maio, Presidente della Fidapa sez. Merì Valle Del Mela.
“ Ogni giorno, ha affermato Nadia Maio, giungono in redazione notizie che riguardano fatti di cronaca efferati che vedono come vittima le donne. Da donna vorresti gridare la tua rabbia per quanto accaduto e vorresti che chi dall’altra parte guarda il telegiornale provi la tua stessa rabbia ma come giornalisti dobbiamo invece limitarci a raccontare la cronaca, i fatti. Ciò che possiamo fare e offrire poi spunti per approfondire e sensibilizzare. Attraverso le interviste ad esempio a rappresentati delle associazioni piuttosto che ad esponenti delle Forze dell’Ordine che possano servire da sprono per tutte quelle donne che ancora non hanno trovato la forza di denunciare.”
A tal proposito particolarmente interessante il contributo video portato proprio da Nadia Maio con l’intervista realizzata al Procuratore aggiunto Marisa Scavo.
Parlando di femminicidio non poteva non essere ricordata anche la giovane vittima di Alì Terme, Stefania Ardì, morta per mano dell’ex fidanzato a soli 21 anni, colpevole solo di non voler più continuare quel rapporto.
“ A Stefania, ha affermato nel suo intervento la giornalista e moderatrice del dibattito Valeria Brancato, dobbiamo un amaro riconoscimento che purtroppo le è stato negato, quello di essere stata vittima di femminicidio. Di Stefania, ha affermato la Brancato, si è parlato poco, quasi niente e quando se n’è parlato quasi mai si è usata la parola femminicidio. Una tragedia, una storia d’amore finita male… così hanno titolato molti quotidiani mettendola quasi sullo stesso piano del suo carnefice. Questo, ha affermato la giornalista, forse perché faceva troppo male pensare che un fatto di violenza così efferato fosse successo vicino a noi. Ma è successo. Ecco perché parlarne e parlarne sempre, nelle scuole, ai più giovani, attraverso incontri di questo genere è importante, perché il silenzio può uccidere e l’indifferenza alimentare il germe della violenza che se invece intercettato sul nascere può essere riconosciuto e fermato.”
ASCOLTA LE DICHIARAZIONI DELLA PRESIDENTE DELLA FIDAPA S. TERESA VALLE D’AGRO’ ANGELA MUSCOLINO
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