Oggi voglio raccontarvi una bella storia, di quelle a lieto fine. Sono assolutamente convinta che ciascuno di noi abbia bisogno di buone notizie in una cittadina quale è Taormina, che per sua vocazione, è luogo dove il genius loci ha deciso di albergare, nonostante tutto e nonostante tutti.
Le belle storie sono essenziali perché pacificano gli animi e restituiscono speranza nel cambiamento. Magari qualcuno penserà: “Guarda quella ‘buonista’ della Bachis, le si sarà forse intenerito troppo il cuore?”. In realtà, se non vi fosse tanto cuore, tanta buona volontà ed impegno e determinazione, io oggi non l’avrei mica raccontata questa storia, fatta di tanta bellezza e tante cose buone. Le belle storie, quelle che hanno maturato il giusto “lieto fine” mi piacciono e questa ancora di più, perché ha come protagonista la mia città, i suoi cittadini più virtuosi e tutti coloro che ieri, 21 settembre 2018, hanno restituito a me ed a tutte le persone presenti, all’inaugurazione dell’Autunno all’Odeon, non un semplice luogo ma un tesoro della nostra comunità.
L’Odeon o Teatrino romano – così lo chiamiamo noi taorminesi – fu scoperto nel 1892 e rappresenta uno dei doni più preziosi che la storia ci abbia riconsegnato. L’Odeon è un teatro di dimensioni ridotte rispetto al Teatro Antico; la sua funzione era quella di ospitare spettacoli teatrali e musicali per i patrizi romani. L’ubicazione nei pressi del foro romano quindi andava ad aggiungersi alla topografia di Tauromenium. L’Odeon però ha un’altra particolarità: sorge in prossimità dei resti di un precedente tempio ellenistico ed è oggi in parte coperto da una successiva costruzione, la chiesa barocca di Santa Caterina di Alessandria. Insomma, un luogo-testo dove anch’io conduco gli studenti durante le mie lezioni per far loro sfogliare un libro aperto sotto il cielo siciliano.
Venerdì 21 settembre, l’Odeon è tornato alla sua funzione secondo i princìpi della riattualizzazione. Idea espressa anche dal direttore del Parco Archeologico Naxos Taormina, l’architetto Vera Greco quando nel porgere i saluti ha dichiarato «che non si tratta di un semplice bene archeologico ma di spazio architettonico» quindi strettamente legato alla valorizzazione, alla custodia ed alla fruizione. In effetti, complice l’effetto dell’illuminazione opera dei ragazzi della GECA, con il palco montato sotto la supervisione di Francesca Cannavò – che ha restituito valore all’antica scena, oggi costituita dalle mura della chiesa di Santa Caterina in cui l’abside è scomparsa – l’Odeon ha offerto un’atmosfera magica e rarefatta, carica di intimità. Osservando l’arrivo delle persone che,come me, andavano a prendere posto nella cavea; attratta dal fatto che il teatro oggi è in posizione ribassata perché sotto il livello della strada e dunque visibile anche dall’alto, dove altra gente era assiepata, ho sul serio provato una sensazione di benessere, di totalità con ciò che mi circondava: luogo e persone. Ho sentito di essere a casa, io che tante volte mi sento un’estranea. A casa e felice di esserci!
Naturalmente la musica, l’energia di suoni e voce di “Anna Bonomolo Jazz Quartet” hanno influito parecchio sul mio stato d’animo. Non poteva esserci inaugurazione migliore per il Teatrino romano che con il Jazz! La bravura e la simpatia trascinante del quartetto, l’anima che esplodeva ad ogni brano eseguito, hanno fatto vibrare le corde emotive di noi tutti. Anna Bonomolo è un’artista a tutto tondo. La sua è musica raffinata ed allo stesso tempo un po’ “sporca”: da “nera”. Anna Bonomolo è stata accompagnata da un trio eccezionale: al piano Diego Spitaleri, alla batteria Giuseppe Sinforini e al basso elettrico Fabio Lannino. Il quartetto “esplosivo” ha interpretato brani di Gerschwin, Sample, Donaldson, Hathaway, Wexler, King ma anche Pino Daniele, Stevie Wonder, Amie Winehouse, Annie Lennox.
Un tardo pomeriggio settembrino, che ha inaugurato uno straordinario autunno e che ha visto concretizzarsi un progetto a cura della Fondazione Taormina Arte Sicilia con l’inossidabile impegno di Ninni Panzera e l’importante presenza di Pietro Di Miceli, in sinergia con il Parco Archeologico Naxos Taormina; progetto sostenuto dall’amministrazione comunale di Taormina e dal Sindaco Mario Bolognari. Gli appuntamenti dell’Autunno all’Odeon prevedono l’alternanza di musica e teatro così come era nell’antichità e tra i prossimi appuntamenti, vi è quello del 6 ottobre con l’Orchestra a Plettro Città di Taormina e il 12 ottobre, “Entro a volte nel tuo sonno”:testo di Sergio Claudio Perroni, per la regia di Guglielmo Ferro. Ma l’autunno all’Odeon ci accompagnerà sino a fine ottobre, regalandoci ancora tantissime emozioni.
Prima di chiudere questo pezzo però mi preme dire un “grazie” speciale, a tutto il personale di Taormina Arte. Mi si dirà che sono faziosa perché tra di loro ci sono molti amici e persone che stimo ed a cui voglio bene. Mi assumo piena responsabilità delle mie parole ed aggiungo che senza l’ostinazione e la perseveranza di queste persone, oggi noi saremmo più poveri di Cultura e di Bellezza. Ciascuno di loro con le proprie competenze è fondamentale per la Fondazione. Si penserà: “la Bachis si è rammollita, stilla miele, che le è preso?”.
Sarà colpa dell’età sarà colpa del clima languido, sarà tutto ciò che vi aggrada, io so solo che il 21 settembre, è tornato a vivere un luogo di Taormina e che se non ci fosse stato cuore ed impegno, io non avrei provato quelle emozioni.
Lisa Bachis